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In piedi, quindi, costruttori di pace: sarete chiamati figli di Dio!
Don Tonino Bello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14,27-31a)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Mi lascio ispirare
La pace che porta Gesù non è frutto di accomodamenti con le dinamiche viziose del mondo, caratterizzati dall’ambiguità di un’inconscia ricerca dell’inganno e della delusione in ogni cosa; non è quella serenità un po’ amara che lascia troppo spazio a lassismi e compromessi; né, tanto meno, si tratta di un fluido benessere economico-sociale o di una semplicistica, tiepida “pace interiore”. No: il dono del Signore Risorto trova il suo fondamento nell’amore unitivo del Padre con il Figlio, nel quale ogni battezzato è inserito per mezzo dello Spirito Santo ed è chiamato a riscoprire giorno dopo giorno.
La pace che lascia il Signore valica la morte e i peccati e, nutrita dal suo amore, genera la profonda placidità di cuore dell’uomo docile alla sua Parola di salvezza. Il Principe della pace, Gesù Risorto, quest’oggi ci dice personalmente che ognuno di noi è creatura amata dal Padre, quindi amabile e capace a sua volta d’amare. Non lasciamoci sfuggire di mano la possibilità, proprio oggi e senza rinvii, di essere costruttori di pace, poiché saldi nella fede in Cristo e ancorati alla sua speranza di vita piena, procederemo con gioia sulla via della carità. Allora, ogni nostra attività quotidiana e ogni incontro con i fratelli e le sorelle troveranno in lui principio e forza e in lui il compimento.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho fatto o faccio più fatica a sentirmi figlio amato dal Signore?
In quali relazioni o situazioni personali ho bisogno di ritrovare la luce dell’amore divino?
Con quali gesti e azioni concreti mi impegno quotidianamente per essere costruttore di pace?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Maggio
2023
Costruttori di pace
commento di Gv 14,27-31a, a cura di Marco Ruggiero