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Ci sono due modi di diffondere luce; essere la candela o lo specchio che riflette.
Edith Wharton
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14,7-14)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Mi lascio ispirare
“È tutto suo padre”, “è tutta sua madre”… Quando da piccoli ci è capitato di andare a trovare qualche prozia o un lontano cugino, di certo ci è stato rivolto almeno una volta un commento di questo tipo. Sotto lo sguardo del parente o dell’amico che ci vedeva solo di tanto in tanto o addirittura ci scopriva per la prima volta, abbiamo avvertito di essere portatori di altro e altri, di un’eredità di gesti, di stili, di parole-di-famiglia che non sapevamo di avere con noi, di vestire o esprimere. E forse abbiamo avvertito la bellezza di essere più profondi di noi stessi, del nostro non-essere-solo-noi; anche una qualche responsabilità, perché in ciò che siamo e facciamo anche altri sono coinvolti
Come si verifica tra padre e figlio, tra madre e figlia: possiamo riconoscere che è un’esperienza umanissima che la vicinanza trasformi, l’amore dato e ricevuto assimili e con-formi. Così è per Gesù, che usa un’espressione in fondo analoga, per rispondere all’obiezione di Tommaso. «Signore, mostraci il Padre e ci basta», «Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me».
Come il Figlio così il Padre, come l’Inviato così Colui che invia, come Gesù così Dio. In una intimità reciproca e l’essere immagine l’uno dell’altro, l’essere immagini che reciprocamente si rimandano, che si legano a vicenda, Gesù rassicura Tommaso a fidarsi delle esperienze che hanno vissuto insieme. In esse Tommaso può fare esperienza di Dio, del Padre. In quei pezzi di vita comune con Gesù, per Tommaso e per noi vi è la via al Padre e alla Vita nuova che si esprime nel servizio. Sono le opere di Gesù, che proseguono oggi attraverso di noi, se crediamo, se ci fidiamo del potere di questa possibile tenerissima e profonda intimità, l’intimità con il Signore Gesù.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che cosa nella tua quotidianità ti aiuta a coltivare l’intimità con il Signore?
Qual è l’esperienza più preziosa di vicinanza al Signore che hai vissuto?
Quali sono gli ambiti di servizio nei quali puoi esprimere la vita nuova che dona il Signore Risorto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Maggio
2023
Tenerissima e profonda intimità
commento di Gv 14,7-14, a cura di Diego Mattei SJ