Arcabas, L’ultima cena (particolare) -
Il mondo dovrebbe essere così: chi ha bisogno va aiutato.
Gino Strada
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,35-40)
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Mi lascio ispirare
Da sempre l’uomo è desiderio e per sua natura è alla ricerca di senso, di felicità, di pienezza. Gesù in questo cammino si identifica come il pane della vita, che dà forza e vigore al nostro passo. Come Dio padre nel deserto sfamò il suo popolo con il dono della manna, così oggi il figlio si fa pane spezzato e dona la sua vita a noi. Chi mangia del suo corpo si immerge nella sua vita e divenendo come lui vive dell’amore del Padre. Nulla e nessuno così è perduto.
Ognuno di noi è chiamato a farsi come lui e a vivere come Gesù. Vi è un modo concreto per vivere questo segno: questo non è qualcosa di impalpabile e vago, ma il modo concreto di mangiare il pane, ogni pane: invece di consumarlo in solitudine, lo si condivide con i fratelli attorno alla mensa del pane, prendendo, rendendo grazie e distribuendo.
L’ultima immagine che oggi arriva dritta al cuore è quella di un Gesù custode che accoglie dal cielo ogni cosa, ogni figlio che in in lui vede finalmente il volto del padre. Nulla è perduto in lui. Insegnaci, Gesù, a desiderare in te, con te, la vita eterna.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che nome, ha oggi la mia fame? Di cosa ho sete?
In quali luoghi della mia vita mi sento chiamato a condividere il dono del pane con gli altri?
Cos’è per me oggi la vita eterna? In cosa pregusto questo traguardo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Aprile
2023
Nulla e nessuno è perduto
commento di Gv 6,35-40, a cura di Maria Buiatti Luca Baccolini