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Chi ha detto che la strada non ha delle buche? Tuttavia, è possibile percorrerla. E se anche le persone possono cadere, questo non significa che non possano rialzarsi e continuare a proseguire.
Ron Hubbard
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 16,15-20)
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Mi lascio ispirare
I discepoli, che avevano seguito Gesù, stanno vivendo una ferita: erano in dodici nel loro gruppo, mentre ora sono rimasti in undici.
Questa mancanza, la mancanza di Giuda, si sente allʼinterno del gruppo.
Anche feriti, anche con questa mancanza, non si fermano nel loro cammino e sono in grado di accogliere le parole che Gesù rivolge loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo».
Quante mancanze e assenze nelle nostre vite possono rischiare di fermarci, di farci ripiegare la testa verso il basso e renderci incapaci di guardare il volto di chi abbiamo davanti!
Gesù conosce questa ferita che i suoi vivono e proprio per questo li invita a guardare agli altri: a partire verso i confini del mondo per portare la sua parola e il suo modo di amare.
I discepoli, perciò, per compiere il bene non possono aspettare di essere senza mancanze, senza ferite. Gesù, in questo modo, dimostra loro che anche così, nella condizione in cui oggi si trovano, possono donare vita agli altri.
Anche noi, nelle ferite che viviamo, nelle mancanze che sentiamo, chiediamo al Signore la grazia di poter riuscire a non ripiegarci su noi stessi. Il nostro sguardo, Signore, possa intercettare quello di chi ci sta vicino affinché, così come oggi ne siamo capaci, possiamo trasmettere vita a chi si trova nel bisogno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali situazioni/mancanze/assenze mi fanno ripiegare su me stesso/a senza permettermi di alzare il mio sguardo?
Che cosa vuol dire per me, concretamente, aprirmi/donarmi agli altri?
Quali sentimenti mi abitano quando vivo ripiegandomi interiormente su di me? E quali, invece, quando dono qualcosa agli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Aprile
2023
In cammino, anche se feriti
commento di Mc 16,15-20, a cura di Sara Zaccarini