Ph. Ester Antonia Cozzolino -
“Cosʼè la felicità per un beduino nel deserto?”
“Una bellissima pioggia!”
“Una bellissima pioggia?”
“Sì, perché ha un processo di attesa lunghissimo, ed è solo grazie a questo che riusciamo ad apprezzare il suo significato.”
Progetto Happiness
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,22-29)
Il giorno dopo, la folla, rimasta dallʼaltra parte del mare, vide che cʼera soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dellʼuomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è lʼopera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Mi lascio ispirare
«Dove sei?»
Quante volte ci capita nel corso delle nostre giornate di porci questa domanda… Soprattutto nei momenti di grande sconforto o in quelli di grande prova. Due semplici parole che ci danno la speranza di ricevere un qualche segno che ci indichi la strada da seguire. E così ci affanniamo nel ricercare un conforto in Dio, dimenticando che la sua luce si vede solo quando abbiamo il coraggio di fermarci, osservare un preciso punto verso lʼorizzonte, chiudendo gli occhi e immergendoci nel presente.
In questi momenti di contemplazione, allʼimprovviso veniamo avvolti da un senso di pace e di completezza, perché è nellʼatto dellʼattesa di un tramonto dopo una giornata troppo calda, di unʼalba dopo una notte troppo dura, della pioggia dopo giorni di siccità, del sole dopo il troppo brutto tempo, è allora che ci riconnettiamo a Dio e alla sua potenza curativa, di abbracciare le nostre ferite e farle diventare feritoie, dalle quali ri-nascere e ri-partire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dove trovi Dio nei momenti di prova e di sconforto?
Come fai ad avvertire la sua vicinanza?
Quali segni ti aspetti per sentire la sua presenza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Aprile
2023
Il ricordo dellʼattesa
commento di Gv 6,22-29, a cura di Ester Antonia Cozzolino