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La luce non costringe, invita.
Adrienne von Speyr
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Mi lascio ispirare
Continua il dialogo tra Nicodemo e Gesù, nella notte. Nicodemo non riesce a capire e a credere come si possa rinascere dall’alto e Gesù spiega che essere una nuova creatura è solo opera dello Spirito. Lui è venuto a portare la vita eterna, la salvezza, la luce nel mondo, luce che ha vinto le tenebre. È questo il dono dell’amore del Padre per il mondo, per noi.
Nicodemo non risponde e in questo silenzio c’è lo spazio libero per la nostra risposta. Credere in Gesù ed essere nella luce oppure restare nelle tenebre. È difficile, però, credere che chi abbia sperimentato il buio vero possa rifiutare la luce che dà vita, chiarezza, fiducia. È difficile credere che la Pasqua, la luce della Risurrezione, la gioia di Gesù che vince la morte e il male possano rimanere lì, meri accessori nella nostra vita.
Eppure spesso accade. Non sarà una luce abbastanza forte, ma tanto non dura. Meglio arrangiarsi con la torcia del telefono, finché dura la batteria… Rischiamo di restare a metà, tiepidi, in una penombra in cui quella luce si perde tra lucette usa e getta, una penombra in cui pensiamo le tenebre addomesticate o meno pericolose. E il rischio è di non scegliere – cioè di non permettere a Gesù di portare la sua calda luce, che ci illumina dentro e rischiara il cammino.
Lasciamo che la Pasqua ci attraversi e ci abiti e che la nostra vita rinasca dallʼalto e che lo Spirito faccia in noi verità e luce e attraverso di noi nel mondo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni ho sperimentato che Gesù ha portato luce nella mia vita?
Quale luce ha portato e sta portando questa Pasqua?
Quali spazi della mia vita (relazioni, famiglia, lavoro, studio, comunità, Chiesa ecc) chiedono luce e di rinascere? Quali tiepidezze e sfiducie mi impediscono di aprirli?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Aprile
2023
Luce dallʼalto
commento di Gv 3,16-21, a cura di Leonardo Angius SJ