Ph. by prof.bizzarro on Flickr (CC BY 2.0) -
È dunque probabile che io sia più saggio di lui almeno proprio in questo piccolo particolare, che le cose che non so neppure credo di saperle.
Platone, Apologia di Socrate
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,7-15)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Mi lascio ispirare
Nicodemo è una persona stimata per la sua sapienza, è maestro in Israele. Egli ha studiato la Sacra Scrittura e ne approfondisce continuamente il significato. Quale stupore quando si sente dire da Gesù che deve rinascere dall’alto, insieme al suo popolo.
Deve ricominciare da capo, senza capire bene il perché.
Nicodemo è posto dinanzi a un bivio: accettare la propria ignoranza e chiedere, oppure rimanere a quanto ha appreso in una vita dedicata allo studio. Diventare discepolo o giocare il ruolo del maestro.
Il bivio che egli ha davanti, e che noi abbiamo davanti, non ha la forma di una Y, ha la forma di una croce. La croce di Gesù, lo scandalo della sofferenza dell’innocente, ci pone di fronte a un grande non sapere. E questo non sapere ci rende liberi, liberi di cercare, liberi di ascoltare.
Più in generale, l’esperienza dello scandalo, del punto di inciampo, è la condizione di un dialogo autentico, perché frena la nostra pretesa di tutto conoscere e ci apre all’ascolto. Chi sa di non sapere, ha tutto da imparare.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Da chi ti senti veramente ascoltato?
Che cosa caratterizza questa o queste persone?
Che cosa ha vissuto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Aprile
2023
Il sapere incrinato
commento di Gv 3,7-15, a cura di Stefano Corticelli SJ