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Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti.
Albert Einstein
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Mi lascio ispirare
La scena di oggi si apre con i discepoli di Emmaus che portano agli apostoli e agli altri discepoli del Signore testimonianza di quanto è accaduto loro. Come sarà stata la reazione di fronte al racconto? Il testo non lo dice, però è ragionevole pensare che siano stati scettici.
E l’apparizione stessa di Gesù non migliora la situazione, poiché i discepoli credono di vedere un fantasma e hanno paura. È veramente Gesù quello che stanno vedendo? Tutto questo è possibile? Paradossalmente, quando toccano Gesù e si rendono conto che il Signore è veramente in mezzo a loro, provano gioia; ma proprio questa gioia, che soppianta la paura, li rende ancora più increduli. Gesù non si scoraggia e per dimostrare loro di essere il Risorto in carne e ossa mangia e poi offre loro la possibilità di comprendere più a fondo quanto è successo.
Questo episodio mostra da un lato quanto sia difficile da credere e da accettare il fatto della Resurrezione, dall’altro quanto il Signore Risorto non cessi di cercarci per farsi incontrare e portare la sua Vita. Noi non crediamo solo che il Signore è morto, facendosi totalmente vicino alle nostre vite nei fatti più dolorosi; crediamo anche che è Risorto, che la morte e il male non hanno l’ultima parola perché sono già stati vinti.
Ogni volta che incontriamo il Signore Risorto proviamo la gioia di cui parla il Vangelo. La gioia di sentire che non siamo soli, che la nostra vita è amata e ha un senso profondo. Gioia che troviamo non solo nella preghiera, ma anche nell’incontro con persone che ci vogliono bene, quando ci sentiamo compresi e ascoltati, quando possiamo vederci ed essere visti per la bellezza che siamo. Fare memoria di questi momenti è importante, soprattutto quando le cose sembrano più buie. Il Signore vuole mostrarci la nostra verità e la nostra bellezza, vuole che noi abbiamo su noi stessi il suo stesso sguardo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando in preghiera ho sperimentato la consolazione del Signore Risorto?
Quali incontri o relazioni mi fanno sentire amato profondamente?
Nei momenti bui o di desolazione cosa mi aiuta a reagire per vedere la mia bellezza e risorse?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Aprile
2023
Uno sguardo che ci è donato
commento di Lc 24,35-48, a cura di Daniele Ferron