Christian Cremona, Resurrezione -
Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte, con i nostri sbagli, con i nostri peccati. Lui ci invita, quasi ci ordina, di uscire dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno sprofondato. È un bel invito alla vera libertà.
Papa Francesco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Mi lascio ispirare
Lo stupore di Maria di Magdala è lo stupore che ciascuno di noi prova dinanzi a qualcosa di imprevisto, che piomba addosso e che non possiamo controllare, per lo più in situazioni già difficoltose di per sé. Nel buio della notte, nell’oscurità del cuore, tutto sembra sprofondare. Maria si reca al sepolcro in cerca del suo amato e, come la sposa del Cantico dei Cantici, non lo trova, diventando, così, primo testimone del sepolcro vuoto.
Questa immagine, che preannuncia la risurrezione, a prima acchito spiazza. Si tratta pur sempre del sepolcro, luogo di morte, ma la vacuità mette in moto. Il buio della notte, il silenzio dell’attesa del sabato santo si aprono a un dinamismo frenetico che coinvolge altri.
Pietro e l’altro discepolo, Giovanni, scoprono anch’essi il sepolcro vuoto, tuttavia solo del secondo si dice: «Vide e credette». Verificare il segno della tomba vuota, imparare a stare nello smarrimento per attivarsi poi nella ricerca personale sono essenziali per la fede, ma non è possibile una fede cieca e preconfezionata senza il darsi e il ricevere completamente nell’amore. La risurrezione è incomprensibile per l’uomo che vive solo di intelletto e non si relaziona con gli altri e con l’Altro.
Giovanni aspetta Pietro: che significa? Forse il più giovane attende il più anziano per rispetto, oppure il discepolo amato doveva fare un ulteriore passo: ancora legato ai formalismi, probabilmente era preoccupato di rendersi impuro: non si poteva entrare in contatto con i morti, men che meno prima di celebrare la Pasqua. Giovanni, allora, deve superare anche queste barriere per aprirsi totalmente al Risorto.
Anche noi oggi siamo chiamati a contemplare la risurrezione sforzandoci di asciugare ogni nostro sforzo fisico, per accogliere la pace e la gioia, primi doni del Risorto, per fare della nostra vita un autentico cantico di lode che la renda più luminosa e aperta al mondo intero.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale affannosa ricerca oggi muove il mio cuore? Dove cerco l’amato dell’anima mia?
Quali stanchezze e quali rigidità questa Pasqua di risurrezione può aiutarmi a superare?
Quale situazione di morte della mia vita ha bisogno di essere svuotata per aprirsi maggiormente alla relazione con Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Aprile
2023
Sepolcro vuoto, vera libertà
commento di Gv 20,1-9, a cura di Marco Ruggiero