Ph. by Ai Nhan on Unsplash -
Quando le cose diventano troppo complicate, qualche volta ha un senso fermarsi e chiedersi: ho posto la domanda giusta?
Enrico Bombieri, Prime Territory in The Sciences
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 11,45-56)
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
Mi lascio ispirare
Le autorità ebraiche si trovano di fronte a un bel dilemma dopo la risurrezione di Lazzaro: riconoscere l’autorità di Gesù, un’autorità così evidente, e così facendo perdere la propria e rischiare un intervento militare romano, oppure eliminarlo e così rimanere allo status quo?
Per evitare ogni rischio, la soluzione proposta da Caifa è la seconda e Giovanni è geniale nel farci notare come paradossalmente il sommo sacerdote ci abbia visto giusto: effettivamente con la sua morte Cristo salverà ogni uomo!
D’altronde il principio di sacrificare qualcuno per un bene maggiore è molto ambiguo: è strategico perché con poco si ottiene molto, ma pare proprio che in tutta la Bibbia Dio abbia una strana predilezione per il poco, il piccolo, il povero, l’umile, l’immigrato…
Alla fine, un cambio di scena: Gesù che si riposa e fa il pieno di calore umano prima dell’ingresso a Gerusalemme e dell’inizio della Passione. Non è certamente un eroe impassibile quello che si avvia a “morire per la nazione”, ma una persona che ha stretto legami, intessuto relazioni e si è affezionato alla gente: Dio ormai è compromesso, si è affezionato all’umanità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che cosa sono disposto a sacrificare per il (mio) “bene”, che poi mi lascia più povero?
E cosa invece non sono disposto a sacrificare?
Che cosa provo nell’immaginare Gesù che nel suo cuore dice addio ai suoi amici?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Aprile
2023
Un Dio compromesso
commento di Gv 11,45-56, a cura di Federico Parise SJ