Ph. by Andrea Lalli -
E a un tratto la terra
gli si rivela
piccola e minuziosa
nei solitari compiti
di fiorire e tramontare.
Chandra Livia Candiani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 5,17-30)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da sé stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in sé stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in sé stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Mi lascio ispirare
«Il Figlio da sé stesso non può fare nulla»… queste parole mi commuovono profondamente: quanta umiltà e quanta verità in questa espressione di Gesù. Anche noi, se non riconosciamo di essere figli/e amati/e, non possiamo fare nulla. O meglio: possiamo fare tante cose, ma nessuna sarà feconda al massimo grado, nessuna nostra attività sarà capace di generare una vita che profumi di eterno! Ma, se il nostro amore per il Padre divampa, allora davvero nulla ci sarà precluso. Si diventa parte della stessa storia, dello stesso destino di Gloria.
Gesù condivide col Padre tre azioni fondamentali: “risuscitare”, “far vivere” e “giudicare”. La sequenza di queste azioni è fondamentale, infatti, proprio perché il Signore ci strappa alle nostre morti quotidiane, aprendoci a un’esistenza da figli liberi e amati, noi diventiamo artefici consapevoli del nostro futuro. Nella misura in cui cresce la nostra relazione di figliolanza, veniamo trasformati dalla Grazia in liberatori ed estendiamo la rete della tenerezza, del perdono e della cura che permette a questo nostro mondo di non sfracellarsi al suolo! Così ci salviamo e salviamo la porzione di cosmo affidataci, nella misura in cui siamo capaci di vivere da figli e fratelli, figlie e sorelle.
Ma allora cosa ci può condannare a una vita infelice? Forse entrare nell’atteggiamento di quelli che giudicano Dio, smettendo di pensarlo più innamorato della mia vita, di quanto tante volte non lo sono stato io. Chiedo oggi al Signore di poter entrare in quella comunione delle volontà che è tratto distintivo dei veri innamorati. Così anche tu potrai essere per quelli che ti sono vicini fonte di resurrezione, di vita, di salvezza!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Se chiudo gli occhi, dopo aver letto questo vangelo, che volto del Padre immagino spontaneamente? Che sentimenti suscita in me?
Faccio memoria di quella volta che con qualcuno accanto sono riuscito in ciò che mi sembrava impossibile. E ora, con Dio accanto, cosa vorresti realizzare?
In questo tempo quaresimale chi potresti/vorresti “resuscitare”?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Marzo
2023
Generare vita che profumi di eterno
commento di Gv 5,17-30, a cura di Narciso Sunda SJ