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La geometria, quando è certa, non dice nulla del mondo reale, e quando dice qualcosa a proposito della nostra esperienza, è incerta.
Albert Einstein, Conferenza all’Accademia prussiana delle scienze
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,36-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Mi lascio ispirare
Vangelo e geometria. Si può dare questo binomio? Forse, parlando di frattali. Un frattale è una figura geometrica che si ripete all’infinito uguale a sé stessa, su scala sempre più piccola. Ciò significa che una parte qualsiasi del frattale riproduce, in piccolo, la figura nella sua totalità e in tutti i suoi dettagli. Il padre della teoria dei frattali è considerato Benoit Mandelbrot, un matematico polacco naturalizzato francese, nato nel 1924 e morto nel 2010. È invenzione quindi recente. Come ci può riguardare?
La pagina di oggi è un breve concentrato di sapienza illuminata dalla fede, è nulla nel contesto del Nuovo Testamento e appena un battito di ciglia rispetto al corpo dell’Antico Testamento. Eppure già contiene tutto. Applicando il principio elaborato dal matematico polacco, potremmo dire che essa è un frattale della Parola di Dio. Contiene tre parole che una vita intera basta appena a comprendere e a mettere in pratica in modo continuo, perché diventino stile di esistenza, condotta e affetti. La prima parola è misericordia. La seconda è perdono, come opposto di giudizio. La terza è generosità. Misericordia, perdono e generosità eccedente. Tre assi che danno profondità a un punto, che “geolocalizzano” una vita piena, una vita cristiana, un volto, quello di Gesù e il nostro con Lui.
Nel percorso della quaresima, che è segnato dal digiuno, dall’elemosina, dalla preghiera, azioni fondamentali con segno negativo (meno “cibo”, meno “denaro”, meno “tempo per noi”), le tre parole del vangelo di oggi invitano fortemente all’azione: a usar misericordia, a perdonare e a dare. Non c’è contrapposizione, affatto. Sono le parole che il Signore ha testimoniato e vissuto in vita e a esse siamo chiamati, per agire ed essere un po’ più come Lui.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Con chi puoi essere misericordioso oggi? Chi puoi perdonare oggi?
Con chi puoi essere generoso del tuo tempo, della tua intelligenza, della tua prossimità oggi?
Cosa ti chiama ad essere più profondamente umano, più profondamente amico di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Marzo
2023
Il tutto nel poco
commento di Lc 6,36-38, a cura di Diego Mattei SJ