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Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.
Henry David Thoreau
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 4,1-11)
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Mi lascio ispirare
Oggi ci troviamo davanti alla vita del figlio di Dio, di ognuno di noi quando, dopo aver scelto di compiere il bene, lo deve mettere in pratica e farlo fiorire nella propria quotidianità.
Gesù è tentato nel deserto e così lo siamo noi. La prima tentazione è quella di dividere la nostra vita tra cose spirituali e cose materiali, di relegare la nostra fede a pratiche più o meno religiose. E invece ci viene chiesto semplicemente di vivere da figli nel Figlio, come fratelli. Di pane e di Dio.
La seconda tentazione è quella di metterci in rapporto con Dio datore dei doni non come figli che riconoscono in lui il padre che ama, ma giocando con le nostre false immagini di lui e i nostri bisogni.
La terza è la tentazione del potere e del dominio sugli altri. Vivere di potere e di dominio sulle cose, sulla natura, sugli altri, invece di vivere come fratelli in piena libertà perché figli dello stesso Dio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come vivo il mio rapporto con Dio nella mia vita fatta di relazioni, di lavoro, di cose?
Che immagine ho di Dio nella preghiera, nella vita? Chi è Dio per me?
Che rapporto vivo quotidianamente con le cose, con la natura con gli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Febbraio
2023
Vivere da figli nel Figlio
commento di Mt 4,1-11, a cura di Maria Buiatti Luca Baccolini