Ph. Martina Pampagnin -
Giustizia è riportare tutte le cose al loro senso.
Oreste Benzi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 6,1-6.16-18)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Mi lascio ispirare
Oggi il Signore ci chiede di praticare, di esercitare concretamente, la sua giustizia.
Questo non significa che ci impegneremo a osservare ogni minimo precetto, è piuttosto un invito a esercitarci nella fedeltà all’amore che abbiamo scelto e voluto. Questa è la prima accezione della giustizia di Dio, la sua fedeltà al patto di tenerezza ed eterna cura delle nostre persone. Patto siglato per sempre da Gesù che decide di morire, piuttosto che tradire l’amore smisurato che ha per ciascuno di noi.
Oggi queste parole ci invitano all’azione in tre precisi ambiti: quello della caritatevole condivisione, quello della conversazione intima col Signore, quello del privarsi di qualcosa di necessario per ricordare anche al nostro corpo che solo Lui è essenziale nella vita!
Il testo, quindi, prosegue invitandoci ad aromatizzare queste azioni con un condimento molto saporito, ma difficile da dosare! Un digiuno dagli sguardi esterni di approvazione, una presa di distanza dal godimento connesso al ricevere ringraziamenti, lodi e apprezzamenti umani. Esercizio che, se portato avanti sino in fondo, regala la libertà e la gioia di essere davvero aderenti a noi stessi. Solo svuotandoci dal riconoscimento umano potremo lasciarci colmare dalla dolcezza della gratitudine divina. Il Signore ci doni di vivere questa quaresima sotto il suo sguardo, di settare tutti i nostri parametri sui suoi.
Donne e uomini sempre più consapevoli di appartenere a Dio e a nessun altro. Germogli di vita divina che non temono lo sferzare dei venti di guerra, che non si lasciano schiacciare dalle macerie, segni concreti dell’agire di Dio per il mondo.
Buona Quaresima!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della tua vita ti senti più chiamato a esercitare la fedeltà?
Cosa dà o toglie gusto alle tue azioni?
Cosa può aiutarti ad avere maggiore consapevolezza della tua appartenenza a Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Febbraio
2023
Far vedere senza farsi vedere…
commento di Mt 6,1-6.16-18, a cura di Narciso Sunda SJ