Ph. by Melania Condò -
Di fatto, non esiste pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini.
Alda Merini
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 3,20-21)
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Mi lascio ispirare
Dopo aver chiamato i Dodici, Gesù continua ad aprire loro la strada, questa volta entrando in una casa: il Figlio di Dio desidera abitare ciò che abito io, uno spazio ferito in cui addentrarsi, fermarsi, mettersi a sedere. Prendere tempo, dilatarlo. Solo a partire dal paziente sostare nei miei giorni, dal portarli con me con amore, Gesù può sanare la mia casa.
Subito, di nuovo, si raduna una folla: la messe è molta. I cuori che desiderano incontrare il Signore sono tanti, poi altri, e altri ancora, al punto che le priorità cambiano, e con esse le giornate di Gesù, che non ha paura di lasciare che la sua vita, per scorrere, cambi. Allora mangiare diventa secondario, i suoi bisogni non lo preoccupano: a quelli penserà il Padre. Gesù è tutto occupato dal mistero di chi ora è oltre la soglia che ha varcato, fuori di sé.
La situazione preoccupa, però, i Dodici: serve tempo per sintonizzarsi sulla novità che ha portato lo stile con cui il Maestro ama. Sono in allerta: non ha potuto mangiare. Proteggere il Signore ora è la priorità: corrono a prenderlo, non desiderano per lui che un po’ di quiete e un pasto caldo. È il nostro sincero bene di discepoli, povero ma sollecito, che spesso ci porterebbe a frenare chi amiamo, a trascurarne i desideri “folli” per preservarne i bisogni.
Ma Gesù porta il cielo dentro, vive di cielo: è così libero da sé perché si fida del Padre. Sa di essere tutto nelle sue mani. «È fuori di sé»: l’evidenza è un’intuizione che dice bene. L’umanità piena di Gesù è tutta nell’altro. È tutta fuori di sé.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è la casa ferita che, oggi, mi chiede di entrare e sostare?
Quali preoccupazioni, resistenze mi suscita lo stile di Gesù?
In quale esperienza mi sono riconosciuto/a più libero/a da me, affidandomi alla Parola?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Gennaio
2023
L’umanità fuori di sé
commento di Mc 3,20-21, a cura di Melania Condò