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C’è chi sceglie e chi fa scegliere,
c’è chi non lo sa.
Luciano Ligabue, Quando tocca a te
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Mi lascio ispirare
Giovanni vede Gesù venire verso di lui e a un certo punto capisce. Aspettava un segno ma aveva il timore di interpretarlo nella maniera sbagliata. La realtà ci parla costantemente, ma non siamo subito capaci di capire, c’è bisogno di tempo. È una cosa che capita anche a noi, di trovarci di fronte a una situazione incomprensibile, a un bivio, e di non riuscire a unire i punti, e poi all’improvviso tutto si chiarisce sotto i nostri occhi.
Certo che Giovanni conosceva Gesù, sua madre Elisabetta e Maria sono parenti. Ma molto spesso ci facciamo delle idee su chi abbiamo davanti che ci impediscono di vederlo per quello che è. Ecco perché solo dopo Giovanni dice, e ripete, “non lo conoscevo”: c’è un prima e un dopo, è l’improvvisa realizzazione che l’altro è molto di più di quello mi aspetto che sia.
Il messia che attendeva Giovanni, e tanti come lui, era un uomo che avrebbe dovuto fare giustizia con forza e invece si ritrova uno che si mette in fila con gli altri peccatori, per farsi battezzare. Giovanni si è fidato della parola che gli era stata rivolta dal Signore, per questo si è trovato lì al momento giusto. Cosa gli permette di distinguere Cristo dagli altri? Lo Spirito che discende e rimane su di Lui, per portarci alla vita nuova nello Spirito, ma è il come che fa la differenza. Giovanni lo chiama Agnello di Dio.
È questa l’improvvisa realizzazione. È un simbolo che ci rimanda alla Pasqua ebraica, all’agnello sacrificale… in un mondo che si divide tra vittime e carnefici, uno che si offre, che sceglie di dare la vita, è scioccante. Lo vede venire verso di lui, assumere con libertà quel destino. Cristo non è l’ultimo dei capri espiatori, che prende su di sé il male del mondo, è qualcos’altro. Non gli viene tolta la vita, Lui la dona, per amore. Non è solo una vittima. Come poteva conoscerlo? Come posso conoscere questo amore? Dalla gratuità. Tu vieni proprio verso di me. Per me. Non lo sapevo, ma è te che aspettavo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa significa per te aprire gli occhi su una realtà che stai vivendo, prendere consapevolezza, al di là delle tue idee e aspettative?
Che esperienza di incontro non puoi fare a meno di condividere con altri?
Carnefice o vittima? C’è sempre una scelta, come uscire da questa modalità di stare in relazione?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Gennaio
2023
È te che aspettavo
commento di Gv 1,29-34, a cura di Caterina Bruno