Ph. via MaxPixel -
Ho visto un angelo nel marmo e l’ho scolpito finché non l’ho liberato.
Michelangelo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Mi lascio ispirare
Tutti i malati, tutta la città․․․ ma Gesù guarisce molti malati, scaccia molti demòni e, soprattutto, quando Simone e gli altri gli dicono che tutti lo cercano, suggerisce di andare negli altri villaggi. C’è un’insistenza da parte dell’evangelista Marco nel rimarcare questa distanza tra i tutti che cercano e vogliono in qualche modo vedere Gesù e i molti che riescono, sanno o possono accogliere la sua parola e la sua guarigione.
Perché? Forse perché quei tutti non stanno cercando davvero il Signore, ma piuttosto cercano di intrappolarlo in una rete fatta dalle loro idee su di lui e su come dovrebbe essere il Messia, dalle loro immagini di Dio, magari di un Dio che sana e guarisce come e quando vogliono loro․․․
Gesù, invece, dopo aver dialogato nella preghiera con il Padre, sembra scivolare tra le maglie della rete che gli viene tesa con quel «tutti ti cercano» e si dirige verso gli altri villaggi perché altri possano ascoltare e magari accogliere nella propria vita quella Parola di salvezza.
Solo accettando che cada la gabbia in cui rischiamo di intrappolare il Signore – le nostre false immagini su di lui e su come dovrebbe agire nella nostra e nell’altrui vita – potremo, come la suocera di Pietro, lasciarci accogliere, prendere per mano così come siamo, con i nostri mali e le nostre infermità e da lui farci curare.
Valentina Dovico s.a.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le immagini di Dio che rischiano di non farmi cogliere la sua Parola d’Amore per me?
In quale occasione mi è capitato di lasciar cadere alcune di queste immagini di Dio e di riuscire a cogliere così la presenza del Signore nella mia vita?
Cosa mi ha aiutata/o a far cadere la gabbia e a lasciarmi accogliere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Gennaio
2023
Che Dio cerco?
commento di Mc 1,29-39, a cura di Suore Ausiliatrici