René Magritte, Le paysage de Baucis (1966) -
Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa.
Luigi Pirandello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,19-28)
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Mi lascio ispirare
“Tu, chi sei?”: quanto è difficile rispondere a questa domanda! Ogni risposta sarebbe inadeguata. Ogni volta che ci definiamo, lo facciamo, talvolta inconsapevolmente, in relazione a un contesto in cui viene posta la domanda. A pensarci bene, la nostra identità è il modo in cui ci collochiamo dentro il contesto di riferimento. Anche quando non ne siamo pienamente consapevoli. È da qui che nascono i malintesi e le ambiguità: quando ciascuno parla a partire dal proprio sistema di riferimento e non coglie che l’altro sta parlando a partire da un altro punto di vista. Provare empatia, significa anche riuscire a cogliere la prospettiva a partire dalla quale l’altro sta parlando e relativizzare le sue parole dentro quel contesto.
Giovanni ha colto benissimo il punto di vista dei suoi interlocutori e tenta un’operazione difficilissima: renderli consapevoli che il suo modo di essere in mezzo al popolo va compreso dentro un modo nuovo di guardare alla dimensione religiosa. Le sue risposte per negazioni successive: non sono il Cristo․․․ non sono Elia․․․ non sono il profeta, non soddisfano pienamente gli interlocutori, al punto che sono costretti a riformulare la domanda: “Cosa dici di te stesso?”. Finalmente la domanda è un invito a specificare il modo in cui lui stesso si comprende. Ora può rispondere agevolmente. E infatti dice: “Io sono voce di uno che grida nel deserto․․․”.
Chi è Giovanni? Giovanni è una persona che si accorge che la storia del popolo di Israele è portatrice di un mistero prezioso che le attuali pratiche religiose non riescono più a custodire. Giovanni percepisce nello stesso tempo tutta la potenzialità del mistero dell’essere umano e lo scarto con la quotidianità. Forse neppure lui ha idea di come tenere insieme le due dimensioni, eppure guarda al futuro con fiducia. Intravvede bellezza, ma non sa ancora darle una forma. Giovanni rappresenta l’uomo di oggi, insoddisfatto dal punto di vista delle pratiche religiose, eppure assetato dal punto di vista spirituale, disilluso dalla vita eppure bisognoso di poter credere nel bene, talvolta cinico eppure desideroso di salvezza. Giovanni abita queste contraddizioni, ed è così che prepara la strada alla novità che è il Cristo che viene.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chi sei tu? Quando cerchi di definirti, a quale cornice di riferimento ti riferisci implicitamente?
Pensa a una relazione conflittuale. Qual è il tuo sistema di riferimento e qual è quello del tuo interlocutore?
Delusioni e speranze. Con quale atteggiamento abiti questa polarità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Gennaio
2023
Tu chi sei?
commento di Gv 1,19-28, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ