Ph. by James Barr on Unsplash -
Questa notte, mentre albeggiava, quando di solito arrivano i sogni, cominciai a farne uno. (…) E fu detto che quando l’uomo nasce gli viene donata una parola e ciò ha un significato molto importante.
Romano Guardini
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 2,22-35)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Mi lascio ispirare
Chissà quante volte gli occhi di Simeone avevano visto presentare un bambino al tempio, secondo le usanze di allora. Chissà quanti volti, quante volte aveva pensato di incontrare il Salvatore, vedendo un’autorità o un personaggio acclamato dalla folla.
Quante volte le sue aspettative erano rimaste deluse ed era stato costretto a rivedere i suoi parametri di valutazione. Tuttavia, lui continuava a fidarsi della promessa che aveva ricevuto: i tuoi occhi vedranno il Cristo.
Questa promessa trova compimento in una circostanza inaspettata e così i suoi occhi sono i soli capaci di riconoscere il Re tanto atteso in un bambino. Lo riconoscono perché hanno saputo custodire questo desiderio, senza svenderlo e senza lasciarsi andare dalla rassegnazione.
All’origine di tutto c’è una parola, una promessa che il Signore sussurra e imprime nel cuore di ognuno di noi. I giorni futuri sono un continuo allenamento, una lotta interiore, per chiarirla e realizzarla attraverso la nostra vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Nelle mie giornate, come vivo l’attesa?
In quale luogo della mia vita riconosco la promessa del Signore per la mia vita?
Cosa mi aiuta a prendermi del tempo per rileggere la mia giornata?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Dicembre
2022
Ri-conoscersi
commento di Lc 2,22-35, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani