- Ph. Verena M.
Il vero amore è una quiete accesa.
Giuseppe Ungaretti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare (pone la sua tenda) in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Mi lascio ispirare
In principio c’è una Parola che dice e definisce la mia identità. Una Parola d’amore che racconta il mio passato, riempie il mio presente e tratteggia il mio futuro. In principio questa Parola è il mio nome pronunciato dal Signore, perché la sua storia è trama della mia, le dà struttura e senso, la sostiene e la costituisce.
Per questa Parola io, sua creatura amata, esisto, sono chiamata al mondo e inviata a narrare storie d’amore. Perché attraverso la Parola filtra la luce che vince le tenebre, accesa e riverberata volta per volta dalle bocche che la pronunciano, dalle orecchie che l’accolgono, dalle mani che l’accompagnano.
Perché è nel farsi carne che la Parola conduce luce: occhi che guardano, mani che servono, piedi che corrono. Siamo storie d’amore chiamate a raccontarsi per raccontare il Padre che, con l’amore e nell’amore, ci ha dato i nomi che portiamo, che ci dicono figli amati.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale Parola senti oggi come dono per te?
Quale Parola ti senti di donare a chi hai accanto?
In quale luogo della tua vita desideri che il Signore spanda la sua luce?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Dicembre
2022
Siamo storie d’amore
commento di Gv 1,1-18, a cura di Verena M.