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Se volete che io sia venuto per voi, riconoscetevi peccatori.
E allora che differenza c’è tra voi e quegli altri?
Romano Guardini, Il Signore, Vita e Pensiero
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Mi lascio ispirare
Con la piccola parabola di oggi, volta a rimproverare l’ipocrisia dei farisei, Gesù ci pone di fronte a due atteggiamenti.
Il primo è di chi, davanti a una richiesta esigente, come di fatto è quella di essere cristiano, cioè discepolo del Signore, manifesta tutta la sua resistenza e difficoltà. Perché il primo figlio dice di non aver voglia? Possono essere tanti, i motivi. Magari è semplicemente un pigro, oppure è stanco dell’autorità paterna, o non capisce il valore della richiesta. Così le difficoltà a intraprendere un cammino di fede possono essere svariate: semplice indifferenza, mancanza di convinzione, atteggiamento di rifiuto verso valori che appaiono estranei. Oppure si ha una vita molto distante a causa di tante ragioni, come le prostitute e i pubblicani. Fatto sta che il primo figlio manifesta sinceramente il suo rifiuto, però poi vive un pentimento e va nella vigna.
Il secondo figlio ha il comportamento nel quale rischiano di cadere le persone già dentro un cammino di fede, rappresentate da anziani e sacerdoti, che esternamente mostrano un’adesione, ma interiormente, anche non sempre per cattiveria, non si rendono conto di dover rinnovare quell’adesione e di aver bisogno di conversione e cadono in un’ipocrisia più o meno voluta.
In un certo senso sono i “buoni cristiani”, praticanti, che non necessariamente sono ipocriti che vivono forti incoerenze, ma che magari da molto tempo non prendono in mano seriamente la loro vita cristiana; forse sono stanchi, non pregano più, non riescono a prendersi più tempo per la preghiera e la relazione a tu per tu col Signore…
L’invito del vangelo di oggi può essere proprio un invito a metterci in un atteggiamento trasparente di fronte al Signore, con le nostre difficoltà a seguirlo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale dei due figli mi riconosco maggiormente oggi?
Mi vengono in mente persone distanti dalla fede che tuttavia mi sembrano molto autentiche di fronte a Dio?
O persone apparentemente vicine, la cui fede invece si è raffreddata? Prego per loro.
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Dicembre
2022
Un Dio che ama l’autenticità
commento di Mt 21,28-32, a cura di Daniele Ferron