René Magritte, Gli amanti (1928) -
Rendete visibile quello che, senza di voi, forse non potrebbe mai essere visto.
Robert Bresson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Mi lascio ispirare
Come si può tenere nascosta una cosa del genere? Due ciechi che vengono guariti come possono non essere notati dalla gente che li conosce e nota che ora si muovono in modo disinvolto in città? Gesù con sagace ironia ammonisce coloro che ha appena guarito: vediamo se siete capaci di tenere nascosto ciò che vi è accaduto! Il cambiamento è sotto gli occhi di tutti. Non c’è bisogno che i due dicano nulla: la loro guarigione parla da sé. La verità non ha bisogno di essere spiegata. La realtà che accade è la verità che si manifesta. Non abbiamo bisogno di dimostrare la nostra fede. Non abbiamo bisogno di convincere nessuno. Se la nostra vita è guarita, gli altri se ne accorgeranno subito e saranno spontaneamente attratti da quanto ci è accaduto. Perché tutti sono alla ricerca di una guarigione.
Non è possibile recuperare la vista senza essere visti: il loro tornare a vedere è ciò che li rende visibili agli occhi degli altri. Vedere ed essere visti vanno di pari passo, coincidono. Toccano il livello più profondo della nostra natura umana. La reciprocità tra l’essere visti dagli altri e il vedere gli altri ci permette di riconoscerci umani e nello stesso tempo di custodire la nostra unicità individuale. La relazione può essere considerata come un “vederci” reciprocamente, dove insieme impariamo a essere umani.
È il vederli di Gesù che abilita i ciechi a vedere. Sono visti e quindi vedono. Il dono che Gesù fa ai ciechi è quello di vederli nella loro dignità di persone. Hanno la sua stessa dignità, la sua stessa origine. Gesù chiede loro se ci credono fino in fondo. Da quel momento i ciechi recuperano fino in fondo la loro umanità e possono vedere gli altri, cioè possono fare agli altri quello che Gesù ha fatto per loro. Acquisiscono lo stesso potere salvifico di Gesù. Vedere l’altro equivale a dargli vita, confermandolo nella sua esistenza, abilitandolo a liberare le sue potenzialità nel mondo. La grazia ricevuta è la stessa grazia che può essere donata. In questo movimento, l’essere umano ritrova sé stesso. Salvando l’altro, l’uomo salva sé stesso…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Nella mia storia, chi sono le persone che mi “hanno visto”?
Quali persone faccio fatica a “vedere”?
In quali aspetti di me evito di “lasciarmi vedere” dagli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Dicembre
2022
Io ti vedo!
commento di Mt 9,27-31, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ