Ph. Matteo Suffritti SJ -
E con le mani amore, per le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò.
Francesco De Gregori, La donna cannone
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 20,27-40)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Mi lascio ispirare
Gesù non ha paura di confrontarsi con ragionamenti arzigogolati, neanche con le domande secche, quel modo di porsi da cui facilmente tutti escono feriti. Sapienza di chi entra nel confronto bello unto: non sarà stritolato alla prima presa.
I dettagli del caso di studio non lo interessano, né l’approccio strumentale al mistero della vita. La prova diventa per Gesù occasione semplice di ricordare la sua unzione, la bella notizia per cui, in cui vive: colui che accoglie e che vive in pienezza il suo essere figlio vive per sempre.
Nostalgia e conoscenza del Dio vero – non quello delle speculazioni dialettiche – quel Dio che ti invita ad uscire, a guardare oltre le stelle, quel mistero di affidamento coraggioso di cui è possibile fare esperienza, da Abramo, di generazione in generazione.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le domande che difficilmente lascio entrare nella mia preghiera? Le domande rispetto alle quali non ho ancora ricevuto una parola di luce?
In che modo la preghiera sulla parola e il contatto con Gesù trasformano queste mie domande?
Quali sono gli incontri e le esperienze che sono stati davvero fecondi per la mia vita? Quali i roveti ardenti che mi hanno sbloccato, rilanciato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Novembre
2022
Oltre il punto
commento di Lc 20,27-40, a cura di Matteo Suffritti SJ