Marc Chagall, Sogno di Giacobbe -
Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni;
e nello spazio e nel tempo d’un sogno
è racchiusa la nostra breve vita.
William Shakespeare, La tempesta
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,47-51)
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Mi lascio ispirare
Il primo incontro tra Natanaèle e Gesù è presentato quasi come fosse una visione con elementi simbolici che rimandano a una realtà più sognata che vissuta.
Natanaèle, ricevuta la testimonianza di Filippo, si presenta davanti a Gesù per vivere una relazione personale con lui. Gesù lo anticipa addentrandosi nel suo cuore ed evocando un episodio vissuto (o forse sognato) dal suo interlocutore, episodio che certamente tocca una corda sensibile tanto da muoverlo a proclamare la regalità di Cristo e la sua filiazione divina.
Alla fine viene richiamato un altro sogno, quello di Giacobbe; ma la scala che unisce il cielo e la terra è ora sostituita da Cristo stesso.
L’esperienza di Natanaéle ricorda, in fondo, quella di ogni credente che, dopo aver incontrato in profondità Cristo, viene tentato dal chiedersi: è successo veramente o me lo sono forse solo sognato? Ascoltiamo con attenzione quale mozione interiore ci genera l’una o l’altra risposta, perché è da questa che si gioca tutta la nostra fede.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho incontrato Gesù per la prima volta?
Quale sentimento mi muove il ricordo del mio primo incontro col Signore?
Cosa mi aiuta a rileggere ciò che mi è accaduto durante la giornata?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Settembre
2022
Tra sogno e realtà
commento di Gv 1,47-51, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani