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Né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l’attesa.
Agostino d’Ippona
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,57-62)
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Mi lascio ispirare
Queste parole ci aiutano a capire un paio di aspetti che hanno a che fare con la scelta di seguire Gesù, in particolare riguardo al passato e al futuro del discepolo.
È bello il desiderio di chi dice a Gesù che lo seguirà dappertutto, c’è tutto l’entusiasmo di chi ha scoperto una cosa così importante da non voler farla sfuggire, però l’entusiasmo passa e arriva sempre il momento in cui ci si trova a dover vivere il contrasto che si crea tra l’immagine rosea dell’essere discepolo di Gesù che ci eravamo fatti e lo stare in una realtà che invece è reale: perché sento tristezza? Perché sento dolore, rabbia? Perché nonostante la mia fede il mondo mi ferisce, e io ferisco gli altri?
Gesù quindi all’entusiasmo risponde con una doccia fredda: se mi vuoi seguire, sappi che la vita non ti darà pause. Niente ti sarà risparmiato solo perché pensi di appartenere a un club esclusivo. Quello che il Signore promette è di far nascere vita nuova da questa tristezza, dalla rabbia e dalle ferite.
C’è inoltre un richiamo forte a come vivere il proprio passato. Incontrare il Signore e guardarsi con i suoi occhi può fare luce sul proprio passato e aiutare a prendere consapevolezza dei peccati fatti. È vero che il Signore è luce, ma la luce ha come conseguenza quella di rendere più visibili anche le cose che non vanno. Il rischio è quello di farsi schiacciare dal senso di colpa, perché vorremmo cancellare tante cose dette o fatte che però rimangono a pesare nella nostra memoria. Seguire il Signore è guardare al proprio passato per quello che è: qualcosa che non c’è più, il cui peso non mi deve pesare più. Ne sono responsabile, certo, e può essere utile tenerlo in memoria per evitare di ricadere negli stessi errori, ma essere discepolo amato significa poter mollare il peso di un passato che diventa a volte insostenibile.
Incontrare Gesù cambia non solo il presente, ma anche il passato e il futuro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale parte del tuo passato vuoi affidare al Signore, perché ti aiuti ad alleggerirne il peso?
Quale desiderio per il futuro muove i tuoi passi?
Oggi in che luogo della tua vita ti senti chiamato a operare nel Signore e col Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Settembre
2022
Domani, oggi, ieri
commento di Lc 9,57-62, a cura di Leonardo Vezzani SJ