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Una volta per tutte dunque ti viene imposto un breve precetto: ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene.
Agostino di Ippona
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,1-5)
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Mi lascio ispirare
Sfrego le spighe con le mani, leggermente. Guardo a destra e a sinistra, timorosa che qualcuno mi veda, che mi giudichi. Ho fame, voglio mangiare (ma anche creare, amare, rischiare, vivere), ma mi è stato detto: oggi no. Alzo gli occhi e vedo che sei vicino: il tuo sorriso mi incoraggia: veloce, non puoi aspettare domani, domani è tardi, oggi sei qui e hai bisogno di energie per poter amare meglio, per continuare la giornata.
Ma mi rimproverano: chi credo di essere? Penso di essere speciale a rompere le regole?
Il caldo si fa soffocante e il battito del cuore accelera. Ma di nuovo il tuo viso mi stupisce. Con calma metti a tacere le voci: sei tu a decidere adesso le regole e finalmente posso sfamarmi senza sensi di colpa. Grazie a te mi do il permesso di godermi questo momento, questa vita, che ora mi viene voglia di condividere con tutti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali regole non mi do il permesso di rompere?
Cosa significa per me essere libero/a?
Qual è il mio desiderio più profondo, quello che ho paura a confessare anche a me stesso/a?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Settembre
2022
Per amare meglio
commento di Lc 6,1-5, a cura di Gloria Ruvolo