Caravaggio, Salomè con la testa del Battista (ca 1609) -
Non gli hanno rubato la vita, l’aveva già donata!
Parole di uno dei frequentatori della cashbah animata da padre Verges, martire in Algeria, dopo la sua uccisione
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,17-29)
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Mi lascio ispirare
Oggi la Chiesa ci propone la memoria del martirio di Giovanni Battista. Una morte cruenta e illogica, così come ancora oggi avvengono tante morti di autentici testimoni del Vangelo. La decisione di seguire Cristo fino in fondo non protegge dal male, ma nel deserto della morte apre vie nuove di resurrezione e salvezza.
Giovanni viene arrestato perché non tace l’ingiustizia anche del più potente. La sua predicazione suscita in Erode perplessità e con tutta probabilità anche una certa inquietudine. Il re riconosce Giovanni come uomo giusto e saggio e continua ad ascoltare le sue parole, anche se sono parole di condanna che lo mettono di fronte all’iniquità del suo comportamento.
Quando si tratta di scegliere e prendere posizione però il re preferisce soddisfare un capriccio e condannare un giusto piuttosto che mettere in discussione le proprie abitudini. La santità di Giovanni non trasforma la vita di Erode, ma prepara la strada per la venuta di Colui che solo può vincere la morte.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo mi sento oggi chiamato a testimoniare il Signore?
In quali situazioni della mia vita vorrei che i miei comportamenti rispecchiassero di più le mie convinzioni?
Quando ho sperimentato la vicinanza del Signore, anche in situazioni di difficoltà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Agosto
2022
Testimone
commento di Mc 6,17-29, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani