Photo by Yeshi Kangrang on Unsplash -
Credo negli esseri umani
che hanno coraggio,
coraggio di essere umani.
Marco Mengoni, Esseri umani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,14-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Mi lascio ispirare
Un talento corrispondeva a diverse decine di chili di oro o di argento, qui indicano perciò qualcosa di molto prezioso.
Il talento più grande che abbiamo è la capacità di amare che Dio mette nel nostro cuore. Ovviamente ciascuno di noi è diverso dall’altro: a chi lascia cinque talenti, a chi due e a chi uno soltanto, secondo le capacità di ciascuno.
Grandi santi hanno magari avuto grandissime capacità; io, invece, mi sento povero e fragile, ma nella mia povertà posso comunque amare. Cioè posso investire in me, come i servi con i talenti. Posso mettermi in gioco, nonostante i miei errori e i miei peccati.
E il servo che sotterra il proprio talento e non lo fa fruttare? È meglio combattere la tentazione a mettere in pausa, in stop, la propria capacità di amare, perché spesso questo atteggiamento deriva soltanto dalla paura causata da una falsa immagine di Dio. Non serve guardare al nostro Dio come a un uomo duro, che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso.
Oggi, infatti, sono invitato a guardare a Dio come a qualcuno che muore sulla croce per me, che sono ancora un peccatore, qualcuno che mi invita a non risparmiarmi nell’amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come stai investendo i tuoi talenti? La tua capacità di amare?
Quali paure ti bloccano e non ti permettono di investirti nell’amore?
Quale immagine di Dio hai in questo momento?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Agosto
2022
Il coraggio di amare
commento di Mt 25,14-30, a cura di Pietre Vive (Roma)