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L’amore non è un aperitivo o una cena fuori, ma una dannatissima quotidianità che diventa una sorpresa ogni giorno.
Alessandro D’Avenia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 15,21-28)
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Mi lascio ispirare
Vedere il Signore cambiare idea per una preghiera significa sentire la Parola parlare direttamente a noi, che preghiamo in questo momento, duemila anni dopo.
I piani di Gesù sono fissi, lui è venuto per Israele, la sua missione di vita, i suoi sacrifici sono tutti per quel popolo.
Eppure la donna è lì, è presente e ha bisogno di lui: chi se non il Padre l’ha messa di fronte a lui? Perché risparmiare del bene solo perché non è esattamente quella la missione, o vocazione?
È così che a volte anche noi possiamo sentire una vocazione particolare, fare dei piani precisi per raggiungere grandi obiettivi etici o spirituali, ma scordarci di fare del bene lungo la strada (che è la parte più bella della vocazione stessa), perché non lo avevamo previsto, perché abbiamo paura di sbagliare, perché non siamo stato chiamati per quello.
Grazie, Signore, per ricordarci con tuo figlio che la nostra vocazione è onorarti e servirti in qualunque modo, per chiunque ne abbia bisogno, senza le rigidità che la nostra visione limitata del mondo a volte ci può imporre. Perché lasciarsi sorprendere dalla vita è il segno che siamo in ascolto di te, che ti cogliamo e accogliamo nelle piccole libertà della vita, come cagnolini che mangiano le briciole.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione il raggiungimento dell’obiettivo finale anche virtuoso mi ha distratto dal modo di affrontare quel viaggio?
In che modo mi faccio sorprendere dalla vita ogni giorno?
In che occasione la mia vocazione è sembrata più qualcosa da fare che motivo di gioia regalatomi dal Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Agosto
2022
Lasciarsi sorprendere
commento di Mt 15,21-28, a cura di Gloria Ruvolo