Ph. by Matteo Suffritti SJ -
Siamo eterno, siamo passi, siamo storie,
siamo figli della nostra verità.
E se è vero che c’è un Dio e non ci abbandona,
che sia fatta adesso la sua volontà.
Fiorella Mannoia, Che sia benedetta
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Mi lascio ispirare
Impressione quanto meno fastidiosa: “noi” fuori, “altri” più o meno sconosciuti e improbabili così vicini, così dentro, così intimi con lui. Il “nostro Gesù”, quello che pensavamo di aver capito, quello che sentivamo ci consolava con la sua intimità, con la sua parola per noi, adesso sembra irrimediabilmente indisponibile, occupato altrove.
Assurdo, incoerente, rivolta nel cuore.
Scelta saggia di parlarne con lui, proprio e solo con lui, e non con altre voci. Il coraggio della preghiera, del colloquio con lui quando non torna niente, quando ci rendiamo conto di esserci illusi di aver già capito il mistero della vita. Per provare, con lui, a vedere le cose da un’altra prospettiva.
Il Signore di Pasqua ha un modo tutto suo di ribaltare le categorie del fuori e del dentro. Se il tuo cuore accoglie e ricerca il dono di restare coraggiosamente, testardamente aperto al mistero della sua presenza viva nel qui e ora, non c’è bisogno di rilanciare esclusioni, di accampare polverosi diritti pregressi. Non c’è bisogno di fare a gara su chi è esteriormente più vicino, perché quando i cuori battono insieme, quando si vuole insieme, la vita – generosamente tutta – è fecondamente benedetta.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come entro oggi nella mia preghiera? Cosa mi aiuta o ostacola nel percepirmi dentro all’intimità con il Signore?
In quale momento la preghiera mi ha aiutato a vedere la mia realtà a cuore aperto? Quali paure o ferite sono state visitate in modo nuovo dalla parola del Signore?
Cosa significa per me la familiarità con il Signore, cosa potrebbe significare “fare la sua volontà” nella giornata di oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Luglio
2022
Vita fecondamente benedetta
commento di Mt 12,46-50, a cura di Matteo Suffritti SJ