- René Magritte, La prophetie
Se cerchi la verità, alla fine potrai trovare conforto; se cerchi conforto, non avrai né conforto né verità, bensì soltanto illusioni lusinghiere e fantasie consolatrici all’inizio, e disperazione alla fine.
C.S. Lewis, Il cristianesimo così com’è
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,25-37)
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta 1scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Mi lascio ispirare
Quel dottore della legge non cercava davvero da Gesù una parola di vita nuova. La novità è sempre estranea, fa paura, destabilizza… Voleva solo squalificarlo, e così tornare in piena serenità a confermarsi nel suo modo di vedere, di fare, di provare a salvarsi. Poter tornare alla solita vita.
Davanti agli occhi di Gesù che lo scrutano fin nel profondo, poi, sente il bisogno di giustificarsi. Dietro la sua seconda domanda non sta un vero desiderio di capire, ma la volontà, ancora una volta, di difendere le sue scelte, di dimostrare che il suo modo di vivere la legge è più che sufficiente. Scuse e giustificazioni nascono sempre dal bisogno di difendersi: creano un solido muro che ci rende inattaccabili, non scalfibili, e quindi incapaci di qualsiasi dialogo vero, che sempre è crescita e novità.
Davanti a questa rigidità, Gesù inventa una storia in cui tutto è rovesciato: il cattivo per eccellenza (samaritano) fa la parte del buono, mentre i custodi della legge rivelano tutta la loro superficialità e indifferenza; il prossimo non è colui che è aiutato ma colui che aiuta, non semplicemente chi era lì vicino, ma chi ha scelto di farsi vicino.
Signore, vieni a sparigliare le carte della mia vita, sbilanciami, donami la sana inquietudine di chi è ancora in ricerca e sa di non potersi dare vita da solo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni mi giustifico o metto avanti delle scuse?
Quando, come l’uomo che andava da Gerusalemme a Gerico, ho scoperto di non potermi salvare da solo?
Dove riesco ad ascoltare una novità autentica e sorprendente, non filtrata dai miei schemi e dai miei pregiudizi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Luglio
2022
Sane inquietudini
commento di Lc 10,25-37, a cura di Harambet