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La scienza non può svelare il mistero fondamentale della natura. E questo perché, in ultima analisi, noi stessi siamo parte dellʼenigma che stiamo cercando di risolvere.
Max Planck
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,14-17)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Mi lascio ispirare
La domanda dei discepoli di Giovanni è tutt’altro che banale. Tocca una modalità che l’uomo da sempre utilizza per entrare in contatto con Dio: il digiuno. Digiunare di fronte a Dio significa simbolicamente creare quello spazio interiore per accogliere la sua Parola, riconoscere che il nostro nutrimento è un cibo che riceviamo dall’alto e che ci viene dato gratuitamente. La volontà che scaturisce dal rinunciare a saziarsi dice anche l’apertura dell’uomo alla sua dimensione spirituale: gli istinti primari possono essere risignificati e trascesi.
Scendendo in profondità, la domanda che i discepoli di Giovanni stanno ponendo suona come: chi è Dio per voi, visto che potete permettervi di non digiunare? In gioco non è semplicemente l’immagine di Dio, ma il concetto stesso di Dio. È a questo livello che Gesù risponde con tre immagini diverse: lo sposo, il rattoppo, il vino nuovo.
L’immagine dello sposo-tra-noi è l’invito a spostare lo sguardo dal cielo alla terra. Dio è qui tra noi, non sta da un’altra parte. Nel condividere il cibo insieme lo potete trovare. Nella dimensione della festa, che è il trascendere la dimensione della vita come sopravvivenza, lo potete trovare. L’uomo è un essere che sa perdere tempo per divertirsi. In questa dimensione di leggerezza potete trovare Dio. Senza nulla togliere al digiuno che rimane la via per cercarlo quando faticate a vederlo. La conseguenza è abissale: Dio emerge nella bellezza che rende l’uomo unico come creatura tra le creature. Il suo modo di essere rivela Dio nella sua essenza.
L’immagine del rattoppo sul vestito logoro esprime una radicalità della novità che chiede di mettere da parte il vecchio, il già visto, il già conosciuto per accogliere in tutta la sua portata l’innovazione. Puoi trovare Dio lì dove c’è l’umanità che si rinnova e si ricrea, di generazione in generazione. Se tenti di comprendere Dio con le tue vecchie categorie, non ci riuscirai, non ti ci ritrovi più. C’è una sorta di incomunicabilità tra una generazione e l’altra nonostante siano fortemente connesse: quello è il luogo del mistero inaccessibile che è Dio. Ogni generazione progredisce nel comprendere il mistero con sfumature sempre diverse. Attenzione allora a concludere che le nuove generazioni sono senza Dio․․․ Le nuove generazioni abbandonano quello che noi pensavamo fosse Dio e si aprono a una nuova comprensione a noi preclusa․․․
L’immagine del vino nuovo in otri nuovi, richiama al fatto che il contenuto – il vino fresco – per essere custodito ha bisogno di un contenitore nuovo. Cambia la comprensione di Dio nel tempo, ma cambia anche l’uomo che lo comprende. L’umanità evolve spiritualmente e trascende continuamente sé stessa. L’essenza è sempre la stessa, ma in modalità sempre nuove. Attenzione a giudicare le nuove generazioni come gente fragile e immatura… forse è più capace di custodire una complessità della vita che di volta in volta diventa sempre più fitta.
Perché, in fondo, il mistero dell’uomo che evolve è il mistero di Dio che si rivela: ecco la buona notizia di oggi!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è il tuo concetto di Dio? Il Dio dell’Antico Testamento o il Dio di Gesù Cristo?
Che impressione hai delle generazioni di oggi? Che cosa fai fatica a comprendere della loro visione della vita?
Come è evoluta la tua fede nel tempo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Luglio
2022
Mistero a portata di mano
commento di Mt 9,14-17, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ