-
Non ogni pecora smarrita è una pecora che si è persa.
Giovanni Soriano, Malomondo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 15,3-7)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Mi lascio ispirare
Capita di perderci.
Ci perdiamo perché siamo esseri umani fallibili, tendenti ai tramonti, desiderosi di albe da afferrare con la punta delle dita. Ci perdiamo perché abbiamo bisogno di ritrovarci. Perché crediamo di nascere interi e crescendo capiamo di essere frammentati, pronti a perdere ogni pezzo per riscoprirci umani. Quanti pastori ci sono venuti dietro per ritrovarci quando hanno visto nei nostri occhi cieli neri e anime pesanti?
Pochi.
E se quei pochi un giorno di punto in bianco decidessero di partire e di perdersi a loro volta senza fare più ritorno?
Ci sentiremmo più soli e con una ferita in più da mostrare a noi stessi nei giorni più freddi. E se invece di affidarci totalmente alle anime che sfiorano le nostre vite cercassimo di capire chi realmente è il pastore da seguire, che succederebbe?
In quei giorni freddi Cristo ci invita a chiudere gli occhi e sentire la benevolenza del Padre, che sull’orlo degli abissi delle nostre anime ci indica la strada per risalire in cima, attraverso una foglia di castagno che accarezza il viso, la risata pura e spensierata di un bambino o una creatura contenta di incrociare il nostro cammino.
La vita è piena di miracoli ogni giorno, bisogna avere un cuore che volge l’orecchio alla meraviglia del creato, così da far in modo che nel nostro eterno perderci in noi stessi ci ritroviamo vulnerabili ma pieni e mai soli.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quanto spesso ti capita di perderti?
Come fai a ritrovarti?
In queste occasioni cosa ti aiuta a sentire Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Giugno
2022
Non sei solo!
commento di Lc 15,3-7, a cura di Ester Antonia Cozzolino