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Ma l’amore è poco palcoscenico.
È più una roba da backstage.
Alessandra Racca
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 6,1-6.16-18)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Mi lascio ispirare
Ricorre questa parola: ricompensa. Da chi ci aspettiamo una ricompensa? C’è la nostra fame di approvazione altrui, il nostro bisogno di essere riconosciuti, visti, e all’estremo, il rischio che ogni gesto sia calcolato in funzione di questo. E quindi la vita rischia di diventare una farsa, non c’è libertà in questa dipendenza dal giudizio altrui. Costantemente osservati, come su un palcoscenico, a intrattenere un pubblico. Chi siamo intenti a intrattenere (e trattenere) nella nostra vita? Ma davvero vale la pena vivere così? Chi siamo invece nel segreto, quando nessuno, solo Dio, ci sta guardando? L’ipocrisia è una simulazione, nel mondo greco “ipocriti” sono gli attori.
E poi c’è la possibilità di scendere tutti dal palco e gettare la maschera.
Elemosina, preghiera e digiuno non sono solo pratiche devozionali, sono modi per incontrare l’altro, Dio e noi stessi, in modo autentico. Nell’elemosina impariamo a dare all’altro ciò di cui ha davvero bisogno, gratuitamente. Nella preghiera, in questo dialogo silenzioso con Dio, scopriamo chi è il Padre e la verità di noi stessi. E infine nel digiuno facciamo esercizio di libertà: il digiuno educa il desiderio, ci spinge a scegliere di cosa nutrirci, a capire cosa è nutrimento, cosa ci mantiene in vita, e cosa no. È una rinuncia che fa spazio all’altro.
Usciamo da questa logica del dovere e del sacrificio, della mortificazione della carne fine a se stessa. La nostra ricompensa è la gioia. È la gioia dello stare insieme, senza dover dimostrare nulla, o compiacere nessuno, così come siamo davvero, davanti all’Amore che solo sa vedere.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale ruolo ti senti intrappolato?
Cosa invece il Signore ti rivela che ha visto di te?
In quale luogo della tua vita senti che c’è bisogno di fare spazio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Giugno
2022
Giù dal palco
commento di Mt 6,1-6.16-18, a cura di Caterina Bruno