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È pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell’immagine, del sofisma. [...] la realtà è superiore all’idea. Questo implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà: i purismi angelicati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi dichiarazionisti, i progetti più formali che reali, i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza.
Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 231
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,29-33)
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Mi lascio ispirare
Dopo tanto tempo passato insieme a Gesù, i discepoli sentono adesso di averlo capito, di aver colto il senso della sua missione. Non c’è più da fare domande: quest’uomo che viene da Dio sa tutto, dunque sicuramente l’avrà vinta su qualunque ostacolo. Loro sono, finalmente, tranquilli: ora che hanno chiaro di stare seguendo davvero Dio anche il loro cammino discepolato gli sembra semplice, sicuro e destinato al successo. La situazione è esattamente come dovrebbe essere.
Partendo da questo contesto di soddisfazione, proviamo a immaginare quanto le parole di Gesù debbano essere suonate come una doccia fredda: “Vi sparpaglierete ognuno per conto suo, e mi lascerete solo”.
Gesù inquieta i discepoli, smonta le loro sicurezze illusorie: si appoggiavano sull’idea di un Dio onnipotente e onnisciente, e non sulla realtà del Gesù davanti ai loro occhi; avevano negli occhi solo la loro idea di discepolato, e non la realtà delle contraddizioni che li aspettavano; solo la loro idea di perfezione e salvezza, e non la realtà delle loro fragilità.
Ma Gesù non dice questo per “rimproverare in anticipo” i discepoli; al contrario, vuole dar loro la pace. Anche oggi vuole dirci parole di pace. Ci dona il sano realismo di chi non fonda tutta la sua vita in rassicuranti opposizioni fra bianco e nero, ma sta nel grigio di ogni cosa con la serenità di chi sa che tutto è profondamente, misteriosamente orientato verso la Sua vittoria.
Tranquillo, cadrai, te ne andrai, tradirai: non vuol dire che non potrai rialzarti, tornare, ricominciare. Tranquillo, tante volte ci sarà noia, rabbia, incomprensione, vuoto, distacco: non vuol dire che non sia amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Su quali sicurezze ti fondi?
Quando i “grigi” della realtà ti mettono in crisi?
In quale luogo della tua vita ti senti chiamato ad aver coraggio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Maggio
2022
Parlar chiaro
commento di Gv 16,29-33, a cura di Samuele Adorno