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Non chiedere mai niente al mondo, solo te,
come una cosa che non c’è,
cercando dappertutto, anche in me.
Samuele Bersani, Replay
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,23b-28)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».
Mi lascio ispirare
A queste parole si fa fatica credere: tutti abbiamo chiesto qualcosa al Signore, a volte cose importanti, in cui c’era in gioco la nostra vita o quella di qualcuno particolarmente caro, e non abbiamo ottenuto quello che abbiamo chiesto. Alla necessità si è aggiunta l’esperienza di non sentirsi ascoltati. Cosa intende dire Gesù allora? Che cosa significa “chiedere”?
Due specificazioni ci aiutano a capire il significato.
La prima è che va chiesto nel suo nome. Dobbiamo ricordarci che questa frase è inserita all’interno di tutta la Scrittura, che ci dà la cornice in cui contestualizzare ogni frase, anche questa. Per comprenderne il significato quindi dobbiamo richiamare il modo in cui lui stesso fa domande alle persone che incontra. «Che vuoi che io ti faccia?», «chi cercate?», «Chi dite che io sia?» e tutte le altre ci rivelano un Gesù che tratta le persone che incontra da adulti… Non esaudisce le richieste come il genio della lampada, ma chiede per aiutare chi ha di fronte a conoscere se stesso, i suoi desideri e i suoi freni. Non è raro invece trovarci a chiedere quello che chiederebbe un bambino come lo chiederebbe un bambino, che vive ancora una dimensione di dipendenza e di bisogno con i genitori. Ma noi non siamo più bambini.
La seconda è il fine del chiedere: perché la nostra gioia sia piena. Molte cose che chiediamo non sono per la nostra gioia. Spesso quello che chiediamo sono scorciatoie, soluzioni a problemi che poi magari si ripresenteranno, gesti magici che facciano scomparire le manifestazioni dei problemi più che il problema in sé. Forse più che soluzioni veloci, da fastfood, dovremmo imparare a chiedere il coraggio per andare al fondo delle cose, la forza per sciogliere i nodi della nostra vita, la pazienza per abitare gli spazi di difficoltà che non hanno soluzioni immediate.
Ecco, da qui passa la strada per la gioia piena.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione ho chiesto qualcosa di importante e la risposta che ho ricevuto è stata inattesa?
In quale luogo della mia vita ho più bisogno di imparare a chiedere?
Cosa chiedo oggi, nel nome del Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Maggio
2022
Il fine del chiedere
commento di Gv 16,23b-28, a cura di Leonardo Vezzani SJ