Indoor Volta In Attesa - Foto gratis su Pixabay -
Le cose non si possono afferrare o dire tutte come ci si vorrebbe di solito far credere; la maggior parte degli avvenimenti sono indicibili, si compongono in uno spazio che mai parola ha varcato, e più indicibili di tutto sono le opere d’arte, misteriose esistenze, la cui vita, accanto alla nostra che svanisce, perdura.
Rainer Maria Rilke
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,26-16,4)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Mi lascio ispirare
Gesù fa uno spoiler, anticipa una serie di esperienze che avverranno: la venuta dello Spirito, la testimonianza tra le persecuzioni. Potrebbe scoraggiare. Eppure si decide per la trasparente sincerità: il progetto cui ha dato inizio può incontrare, come è accaduto a lui, incomprensioni e scontri. Le sue parole descrivono, in maniera indiretta, un paio di requisiti per la cura di un progetto che comprenda un’esperienza per me importante: l’attesa e l’impegno.
L’attesa ha il volto doppio, è un Giano bifronte. Può essere vissuta come un vortice di frustrazioni in cui misuro continuamente l’incompletezza del progetto; e su una bilancia immaginaria, costituita dal vissuto personale con cui condisco l’iniziativa, metto le mancanze mie e altrui. L’attesa, tuttavia, può essere una palestra dove mi formo, prendendomi cura di me e valorizzando le occasioni che mi si offrono lungo il presente per allargare il mio orizzonte. Un buon progetto richiede un ampio orizzonte.
Se l’attesa è un Giano bifronte, l’impegno invece è un prisma dalle molte facce. Esso si presenta come disponibilità alla novità. La vita è in continuo movimento, e con essa si modificano le iniziative. Accade talvolta che, in qualche misura, io assista alla realizzazione di un progetto, ma secondo una modalità inaspettata. L’impegno e un orizzonte abbastanza ampio mi aiutano ad accogliere questa sorta di imprevisto. Qualora io, di fronte alla novità, battessi i piedi a terra e la giudicassi sbagliata perché non corrisponde a quanto custodivo nella testa e nel cuore rischierei forse di affossare il progetto per cui lavoro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali pensieri e sentimenti animano l’attesa di fronte alla realizzazione di qualcosa di importante per me?
Quali sono i tratti dell’impegno con cui mi comprometto per ciò che è importante per me?
Cosa sto aspettando in questo momento?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Maggio
2022
Costruire e pazientare
commento di Gv 15,26-16,4, a cura di Carmine Carano SJ