Cuore, mio cuore, mescolato
d'insolubili guai, torna a galla.
Archiloco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,44-51)
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Mi lascio ispirare
Gesù comincia il suo discorso invitando i Giudei a non mormorare tra loro. Essi infatti stavano discutendo sull’impossibilità che il figlio di Giuseppe potesse davvero discendere dal cielo. Anche oggi si mormora, nella vita reale e nel mondo del web. È sempre più difficile incontrare persone che esprimano con parresia (il diritto-dovere di dire la verità) il loro pensiero.
Alla fredda razionalità dei Giudei Gesù risponde con un atto d’umiltà: non spetta a lui attirare le persone dentro una logica divina. Un compito così delicato e misterioso spetta al Padre. In cosa potrà mai consistere una chiamata del genere? Sarebbe presuntuoso descriverla dettagliatamente, ma di certo almeno una condizione è necessaria per avviare tutto il processo: un cuore aperto, magari anche spaccato da tante delusioni e sofferenze si rivela essere quello più predisposto. Il cuore di chi non crede più nelle logiche del mondo, nelle sue ricchezze e nei suoi cibi succulenti, il cuore di chi anela a qualcosa di diverso. Gesù, citando il profeta Geremia, ricorda che sono questi i cuori istruiti da Dio circa il nuovo percorso da intraprendere.
Forse non un percorso comodo, ma l’unico che conduce alla meta alla quale siamo destinati fin dal principio: la vita eterna. Durante questo viaggio avviene la trasformazione più radicale che l’essere umano possa sperimentare, ovvero uccidere dentro di sé il proprio uomo vecchio e la propria donna vecchia, per risorgere in Cristo. Anche il nutrimento diventa fondamentale: non basta più il cibo leggero della manna, occorre assaporare il pane della vita, quello che lo Spirito Santo è sempre pronto a offrirci in abbondanza.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito chiamato dal Padre?
In che modo sono disposto a seguire Gesù lungo il cammino della risurrezione?
Cosa mi nutre e mi sostiene nella fatica del viaggio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Maggio
2022
Un cuore spaccato
commento di Gv 6,44-51, a cura di Fabrizio Barbieri