Photo by Zoltan Tasi on Unsplash -
Credo che quella luce potrà guidarmi,
stavolta no, non mi opporrò,
sembra quasi che speri anche lei di trovarmi…
La cercherò, cosa ci sarà che mi attende là?
Oltre l’orizzonte, Oceania
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,16-21)
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Mi lascio ispirare
Viene la sera, scende il buio. Sono sola. “Lo sapevo”, mi dico. Il mare si agita, il vento soffia forte, le onde si alzano. Nemmeno riesco a vedere la costa, come tornerò a riva? A mani vuote, a cuore vuoto, con la sola compagnia di paura e incertezza. “Lo sapevo”: nessuno arriva in aiuto, nemmeno questa volta. Remo, remo, remo. Le braccia stanche, il cuore stremato. Ormai, mi convinco, nessuno arriverà ad aiutarmi.
Una sottile linea di luce si fa spazio nel buio inchiostro che è questo mare arrabbiato. Una linea sottile avanza, si avvicina alla barca. Ho ancora più paura: cos’è? L’ennesima minaccia, l’ennesima inaffrontabile prova. Ho le braccia stanche, il cuore stremato, non ho più forza. Non un altro imprevisto, per favore. Non l’ennesima insostenibile difficoltà. “Lo sapevo”, arriva soltanto un altro pericolo.
Ma finalmente i miei occhi si abituano al buio, il mio cuore si schiude, faccio silenzio. Dalla linea di luce si alza una voce: «Sono io». È lui, dice. Ma è lui davvero? Cosa mi dice che posso credergli, come faccio a sapere che non è soltanto un altro inganno? Me lo dice la sua voce, me lo dice lui. Lui che sa che ho paura e subito mi tende la mano: «non aver paura». Mi basta che me lo chieda: quando c’è lui non posso aver paura.
Proprio quando mi porge la mano, io stessa allungo la mano. Ecco che finalmente può salire sulla mia barca, perché io stessa ho accorciato le distanze, mi sono sbilanciata. Ora che ho abbassato le difese, ora che ho tirato i remi in barca, ora che ho fatto silenzio tra i dubbi del mio cuore angosciato… ecco la riva. Con lui, ogni meta è qui.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale tempesta ostacola la rotta della mia barca?
Quando la convinzione di essere nel buio mi ha ostacolato nel riconoscere la luce?
In quale occasione, con lui, ho scoperto di non aver paura?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Aprile
2022
Remi in barca
commento di Gv 6,16-21, a cura di Verena M.