Chiesa della luce di Ibaraki, ph. by Bergmann, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons -
La vita è una grande avventura verso la luce.
Paul Claudel
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Mi lascio ispirare
Leggendo queste parole ci appare l’immagine di Cristo sulla croce. Sappiamo però che quella che ci sta davanti è un’immagine non di morte, ma di vita, di vittoria, di resurrezione.
Dio ha permesso che il suo unico figlio morisse per noi e per i nostri peccati. Una condanna che ai nostri occhi appare ingiusta, scandalosa. Veramente i nostri errori hanno meritato una tale sofferenza? La risposta sta tutta in quella croce: sì, perché Dio «ha amato il mondo», ama tutti noi come un padre. E proprio questo amore di cui ci ricolma Dio ci dà dignità, conferma la nostra natura di figli e di eletti. Cosa significa amore di Padre? Vuol dire innanzitutto misericordia e al tempo stesso racchiude la libertà di aprirci alla sua tenerezza, di accoglierla o rifiutarla.
Con queste parole, Cristo ci consegna la chiave per la salvezza: riconoscere la luce dalle tenebre, discernere il bene dal male. Essere cristiani significa dunque vivere nella luce ed essere portatori noi stessi di luce per gli altri. Spesso però preferiamo le tenebre, quando pensiamo di non meritare proprio quella salvezza che Dio ci dona attraverso suo Figlio.
E invece sapere che anche quando perdo la strada Dio mi aspetta con la sua infinita tenerezza di Padre fa sì che io non mi identifichi più con il mio peccato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come posso farmi portatore di luce per il prossimo?
Cosa mi aiuta ad aprirmi alla tenerezza e alla benevolenza di Dio?
Come faccio a discernere nella mia vita quando sto seguendo la luce e quando le tenebre?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Aprile
2022
Scegliere la via della luce
commento di Gv 3,16-21, a cura di Pietre Vive (Roma)