-
Chi ama crede nell’impossibile.
Elizabeth Barrett Browning
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Mi lascio ispirare
Tommaso rappresenta, nella maniera più profonda, l’animo umano. Gli esseri umani, per natura, sono portati a non credere se non vedono o toccano con mano l’oggetto o il sentimento di cui si parla. Quante volte ci è capitato di non credere al dolore di un’altra persona, solo perché ci appariva troppo lontano dalla nostra generale percezione del dolore? Quante volte abbiamo rifiutato di credere che il bene e l’amore che spingeva un cuore ad avvicinarsi al nostro fosse più una minaccia che un dono, e abbiamo preferito chiudere porte, alzare muri, e tagliare ogni tipo di legame?
Tutto ciò che ci appare diverso dalla nostra percezione emozionale ed esperienziale, lo allontaniamo. È più facile.
Gesù ci invita a credere in lui, che è l’altro per eccellenza, e nella sua resurrezione, senza per forza toccare il suo costato, perché amare lui significa amare profondamente l’altro vicino e distante senza riserve e protezioni.
E non importa se l’altro nei momenti di croce ci lascia soli, lui, il Cristo, che ha vinto la morte, è sempre con noi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando e perché mi è capitato di non credere al dolore dell’altro?
Cosa mi porta ad essere diffidente nei confronti dell’amore gratuito?
Come posso credere per vedere la Resurrezione del Cristo, soprattutto nei momenti più difficili?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Aprile
2022
Credere per vedere
commento di Gv 20,19-31, a cura di Ester Antonia Cozzolino