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La virtù principale del capolavoro, se vogliamo continuare a chiamarlo così, è quella di creare un nuovo modo di guardare le cose.
Edoardo Sanguineti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 5,31-47)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Mi lascio ispirare
Non ci fidiamo․․․ ma Gesù ci porta la vita.
Parole struggenti, di preghiera e di dolore․․․ il Signore piange sui suoi, sulle persone a cui è mandato, che ama più di se stesso e di cui sperimenta l’ostile distanza, avverte la mancanza di accoglienza e di fiducia. Eppure egli è lì solo perché possano essere salvati.
Per questo è, forse, frustrato? Per questo prova, a sua volta, astio per loro? Certamente no! Anzi, queste parole così forti sono soprattutto un grido d’amore, una preghiera, appunto. È “l’ultimo tentativo dell’amante” perché l’amato torni a lui! Succederà?
Da quanto tempo il Signore aspetta il nostro ritorno a Lui? Da quanto tempo noi scrutiamo le Scritture, talvolta più per cercare conferma al nostro perbenismo o per tacitare il nostro moralismo, che per andare a Lui e conoscere l’amore del Padre.
Presi da noi e dai bisogni immediati (cos’altro è la nostra ricerca di gloria?), non ci accorgiamo quasi che c’è qualcuno che ci mette al centro della sua vita e non ci apriamo a chi dona la salvezza senza condizioni!
Questa è l’opera del Padre, quella che Gesù ha ricevuto e che sta compiendo anche così. In Giovanni sappiamo che quest’opera è progressivamente manifestata nei segni di guarigione e di vita che costellano il racconto della prima parte del Vangelo, il libro dei segni, appunto. Ma sappiamo anche che questa pluralità di segni diventa un’unica Opera: la grande Pasqua di Gesù. La “definitiva opera” in cui il Signore ci prega – dando la sua stessa vita – di credere in Lui e di ricevere da Lui la salvezza!
Ci stiamo dirigendo a grandi passi verso la celebrazione di questo grande Mistero․․․ Saremo meno indifferenti? Più aperti e disponibili al Signore? Preghiamo di ascoltare almeno il suo grido d’amore per noi!
Buona giornata.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali paroli forti oggi il Signore rivolge a me?
Quando un bisogno immediato ha oscurato ogni altro desiderio?
In quale luogo della mia vita mi è più semplice vedere segni della “definitiva opera” che il Signore sta compiendo anche per me?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
31
Marzo
2022
L’opera del Padre
commento di Gv 5,31-47, a cura di Stefano Titta SJ