Ph. Matteo Suffritti SJ, Lleida, Catalunya -
Come cristiano, non credo nella morte senza risurrezione: se mi uccidono, risusciterò nel popolo salvadoregno. Se arrivassero a uccidermi, perdono e benedico coloro che lo hanno fatto. Magari si convincessero così che stanno perdendo il loro tempo! Un vescovo morirà, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non morirà mai.
Oscar Romero
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 21,33-43.45)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Mi lascio ispirare
Come se la violenza fosse una soluzione. Come se togliere di mezzo la minaccia dell’altro, la sua voce, la sua presenza, bastasse a conquistarci una briciola di pace vera.
Il vangelo non incontra solo entusiasmi. Incontra le resistenze interessate di chi pretende poter godere i benefici dei figli senza vivere da fratelli. La buona notizia scivola tra le mani di chi cerca altro, ma nel cadere può incontrare altre mani che aspettano e sperano proprio lei.
L’avventura fragilissima di un popolo di piccoli che accolgono la pietra scartata dai grandi, la parola spezzata per la fame di chi ha il coraggio di riconoscere il vero pane. Una meraviglia ancora possibile, anche per me.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le minacce che mi fanno diventare violento? Le parole per cui potrei uccidere?
Quando rischio di lasciarmi sfuggire dalle mani la buona notizia? Dove fatico ad accettare la mia chiamata a vivere da figlio/fratello?
In quali situazioni ritrovo la meraviglia del popolo dei piccoli che hanno accolto il dono e lo fanno fruttare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Marzo
2022
Da che lato della storia?
commento di Mt 21,33-43.45, a cura di Matteo Suffritti SJ