Ph. from Piqsels -
I bambini sono come i marinai: dovunque si posano i loro occhi, è l’immenso.
Christian Bobin
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 10,13-16)
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.
Mi lascio ispirare
Molte volte veniamo sopraffatti dagli impegni della giornata e finiamo col vivere come se avessimo inserito un pilota automatico. Vivere le nostre giornate assorbiti dalla fretta, dai nostri problemi, dalle responsabilità e dai ritmi frenetici rischia a poco a poco di portarci ad avere lo stesso atteggiamento legalistico dei discepoli che rimproveravano le persone che portavano i bambini a Gesù. A volte siamo così concentrati sui nostri obblighi e compiti, sui nostri problemi e interessi individuali, che il nostro sguardo rischia di diventare indifferente a tutto ciò che ci circonda e diventiamo incapaci di vedere la bellezza e i segni di Dio nella nostra quotidianità.
Quello che riceviamo oggi è un invito a guardare il mondo attraverso gli occhi di un bambino. Tornare a guardare il mondo attraverso gli occhi di un bambino non significa essere innocenti o fingere che i problemi e il male non esistano; è piuttosto una chiamata a convertire il nostro modo di vedere la vita. Solo uno sguardo trasfigurato nel mistero, uno sguardo come quello di un bambino è capace di abbracciare il mondo, il diverso, senza pregiudizi e senza paura. Tornare a questo sguardo significa potersi stupire, lasciarsi incantare dalle cose e dagli eventi più comuni della nostra quotidianità. Solo chi ha la capacità di vedere la bellezza nelle cose più semplici è in grado di percepire la presenza dei segni nascosti nella nostra vita ordinaria e abbracciare così il Regno di Dio nella sua interezza.
Gesù cerca di salvare quel bambino che ognuno di noi è stato e che è nascosto da qualche parte nel profondo del nostro cuore: quel bambino pieno di sogni e immaginazione, che voleva solo essere felice, amare ed essere amato. Gesù vuole far emergere ciò che di più bello c’è in noi, ciò che di più vero. Quel qualcosa che è sacro, divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di noi scoprire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi aiuta a leggere i segni di Dio e a vedere la bellezza della vita, nonostante le difficoltà quotidiane?
Se potessi parlare con quel bambino che ero una volta, cosa direi?
Cosa può aiutarmi a difendermi dal rischio della sterilità nascosto negli automatismi del quotidiano?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Febbraio
2022
La vera rivoluzione nasce nei nostri occhi
commento di Mc 10,13-16, a cura di Pietre Vive (Roma)