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Lui poi può amare la forma degli esseri umani, le sottili e contorte forme del cuore. È cosa buona che tra noi ci siano uomini fatti così, così equilibrati mostri d’amore.
Leonard Cohen, Beautiful losers
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 10,1-12)
In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Mi lascio ispirare
Per la durezza del vostro/nostro cuore․․․ questo organo non è il luogo dei “sentimentini” fugaci e ingannevoli. Nel linguaggio biblico con questo termine intendiamo tutta la persona nell’unità della sua coscienza, della sua intelligenza, della sua libertà. Quando Gesù parla del cuore lo concepisce come la sede e il principio della vita psichica profonda, dell’interiorità dell’essere umano, la sua intimità ma anche la sua capacità di pensiero. Il cuore è la sede della memoria, è il centro delle operazioni, delle scelte e dei nostri progetti. Ma il cuore è soprattutto il luogo in cui la Parola vive la sua gestazione, per poter poi sbocciare nelle nostre labbra e venire alla luce nelle nostre azioni!
Ma se la Parola non è vissuta nella nostra carne l’ascolto è vano, illusorio, addirittura, mortifero, perché quando non c’è vero ascolto fattivo si apre la strada alla terribile esperienza che i profeti (Geremia, Ezechiele․․․) definivano sklerokardía, “durezza di cuore”. Questa durezza è l’origine dell’appassire del gusto del per sempre che è all’origine dei nostri deragliamenti nel cammino dell’Amore.
Contro tale pericolo la Scrittura ci propone due terapie.
Una antichissima: nel secondo libro della Genesi la coppia è chiamata a diventare, con un cammino paziente, lento e graduale una carne sola. La chiave per non soccombere sta nella differenza tra i verbi separare e dividere: infatti, la separazione è all’origine della creazione, una coppia deve avere uno spazio di vuoto, uno spazio in cui guardarsi con amore rispettandosi nelle proprie particolarità e diversità. Se si tenta di sopprimere questo spazio sacro nascono le violenze, il desiderio di assimilare l’altro a sé stessi! La divisione invece è fare di questa distanza frattura, incomunicabilità, lontananza.
Mentre il Nuovo Testamento ci regala una seconda, e complementare, cura alle nostre defezioni dal per sempre: occorre aprire il cuore, operazione espressa dal verbo dianoíghein, che esprime l’azione risanatrice operata dalla Grazia di Dio.
Aiutaci Signore nel nostro cammino d’amore, spalanca le pupille del nostro cuore, perché, come affermato da Antoine de Saint-Exupéry, «Non si vede bene che col cuore».
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quanto tempo dedico all’ascolto della Parola? In quali occasioni mi dono il tempo di lasciarla penetrare nelle fibre più intime del cuore?
In che misura sono capace di vivere le dinamiche della separazione e della divisione?
Cosa mi piacerebbe che il Signore “aprisse” nella mia vita odierna?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Febbraio
2022
Spalanca le pupille del nostro cuore
commento di Mc 10,1-12, a cura di Narciso Sunda SJ