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Lasciando emergere in noi
spontaneamente quel che c'è,
nascosto in fondo.
Mogol, Riccardo Cocciante, Mina
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 8,34 - 9,1)
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
Mi lascio ispirare
Come bisturi affilato la parola del Signore ci invita a visitare le profondità del nostro agire, del nostro desiderio di essere suoi discepoli. Gesù oggi ci confronta, in modo adulto, con un linguaggio che le parti più bambine o più ferite di noi potrebbero trovare difficile da deglutire. Ma quanto bisogno abbiamo di confronti adulti! La verità dell’amore ci fa bene e ci libera!
Rileggendo il grande libro della vita, nella sua esperienza unica di intimità con il mistero del Padre, Gesù maestro condivide con amore franco una verità paradossale che ha capito come sommamente importante: chi è mosso dalla paura di perdersi e prova a salvare se stesso con tutte le energie e le risorse che ha, cercando di guadagnare il mondo intero o almeno una sua porzione, alla fine forse salva qualcosa, ma non “salva la sua vita”; diversamente, quelli che, superando le paure di perdere qualcosa per amore, osassero rischiare di amare, semplicemente amare, fino alla fine, questi la loro vita la stanno salvando e – chissà – già qui e ora, possono vivere istanti di visione del regno, frammenti di quella luce che sa di resurrezione. Questa via è la verità della sua vita.
Paradosso dei fini: se il fine per cui lotti e strepiti sul palco del mondo è salvarti, non salvi nulla; se il tuo fine è vivere con il figlio, come il figlio che nasce a Betlemme e si dona sull’altare del Golgota, senza paura di perdere qualcosa o tutto, sei già nella beatitudine. Strada sottile, nascosta nel più profondo del nostro essere e rivelata dallo Spirito che canta in noi: seguire le orme del primogenito di tanti fratelli e sorelle, non vergognarci delle sue parole, della sua croce ma, improvvisando un po’, facendole nostre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In cosa faccio più fatica a lasciare che la parola del Signore mi confronti? Come le permetterò di parlare alla mia parte bambina?
Quanta paura ho di non salvarmi? Qual è il fine profondo che attiva i miei sforzi, i miei passi e i miei sentimenti in questo momento?
Dove sento che lo Spirito mi invita a riconoscere la presenza del regno di Dio nella sua potenza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Febbraio
2022
Questione di fini
commento di Mc 8,34 - 9,1, a cura di Matteo Suffritti SJ