Ph. https://www.maxpixel.net/Hands-Group-Friendship-Team-Cooperation-People-4529717 -
Chi ti vuole bene conosce quattro cose di te:
il dolore dietro il tuo sorriso, l’amore dietro alla tua rabbia,
le ragioni del tuo silenzio, e dove soffri il solletico.
Charles Schulz
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 8,1-10)
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
Mi lascio ispirare
Gesù ha uno sguardo di compassione verso le persone: non può lasciarle andare senza mangiare. Gesù ha compassione nel senso che sa patire con quelle persone. Ne condivide le gioie e le fatiche a partire dal bisogno più basilare: avere qualcosa da mangiare.
La perplessità dei discepoli parte dal fatto che però non hanno quasi nulla da dare. Gesù di questo non si preoccupa, anzi, prende i pani, li spezza e tutti mangiano. Cosa è successo? Il Vangelo in realtà non dice come è stato possibile questo, se è stato un miracolo oppure le persone hanno condiviso. Le interpretazioni sono varie. Certo è che da una dinamica di condivisione nascono delle possibilità prima insperate.
Forse questo episodio ci aiuta a mettere a fuoco due elementi. Il primo è la concretezza del seguire il Signore, ossia di essere cristiano. Seguire il Signore è essere chiamati alla vita, anche nelle sue dimensioni più concrete, il mangiare, il bere, i bisogni più materiali. Il Signore stesso li ha vissuti e se ne prende cura, per sé e per gli altri.
Il secondo elemento è che il Signore ci aiuta a comprendere che il poco che abbiamo è tanto se condiviso. Finché rimaniamo centrati solo su noi abbiamo orizzonti limitati. Abbiamo quei due o tre pani che bastano a noi (se li abbiamo!), ma non possiamo fare molto. Se ci apriamo reciprocamente gli uni verso gli altri, quello che ci sembra poco diventa tanto, perché le risorse si moltiplicano. Può succedere al lavoro, in famiglia, con gli amici, in una comunità religiosa: una dinamica autocentrata in cui ognuno pensa solo a se stesso ci chiude ed esclude chi magari è nel bisogno. Al contrario, relazioni decentrate, in cui le persone fanno dono generoso di sé, materialmente e umanamente creano potenti circoli virtuosi e aprono possibilità. Sta a noi scegliere se raccogliere l’invito del Signore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo metto di fronte al Signore anche i miei bisogni concreti?
Che cosa posso condividere di me o quello che ho?
A quali situazioni di bisogno (materiale o no) potrei rispondere io stesso?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Febbraio
2022
Una compassione che apre molte porte
commento di Mt 8,1-10, a cura di Daniele Ferron