Ph. by Marco Verch Professional Photographer on Flickr. This image is available under Creative Commons 2.0 -
Affidiamo la gente alla misericordia di Dio, ma noi non ne dimostriamo alcuna.
George Eliot
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,13-17)
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Mi lascio ispirare
Il “vizio” di Gesù: stare con i peccatori, non con i “buoni”, con coloro che seguono le regole come si deve. E non solo: Gesù si mette anche a chiamare come discepoli suoi tal fatta di persone. È proprio una caratteristica che l’evangelista Marco vuole sottolineare, questa preferenza di Gesù per chi è più lontano dalla “normalità” vissuta da coloro che, pur conoscendo la legge e seguendola seriamente, poi diventano i giudici implacabili di tutti gli altri.
Proprio questa modalità di vivere il rapporto con Dio è quanto Gesù vuole scalzare: non giudizio, ma misericordia; non esclusione, ma condivisione. Soprattutto chi sa della propria inadeguatezza, chi si rende conto di non essere perfetto e a posto di fronte a Dio è colui che sente la gioia e la bellezza di essere affiancato da quel Gesù che lo chiama a convertirsi proprio nel mondo in cui vive, senza attenderlo in una specie di mondo parallelo dove non c’è il male.
Ed è proprio un Dio come quello incarnato in Gesù che getta nel panico chi, desideroso di sicurezze e di tranquillità, si fa il nido nelle certezze religiose e rituali, magari escludendo gli altri. Solo se ci si riconosce bisognosi di cure si riesce ad accogliere il medico che viene a curarci: proprio l’opera di Gesù.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni ti sembra che il Signore segua regole che non comprendi?
Quando giudizio e pregiudizio hanno rischiato di farti perdere occasioni di vita?
Quale inadeguatezza offri oggi al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Gennaio
2022
Lasciarsi curare
commento di Mc 2,13-17, a cura di Lino Dan SJ