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«Comunità» è oggi un sinonimo di Paradiso perduto, ma un paradiso nel quale speriamo ardentemente di poter tornare e di cui cerchiamo dunque febbrilmente la strada.
Zygmunt Bauman, Voglia di comunità
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,43-51)
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Mi lascio ispirare
Per formare una comunità bisogna prima di tutto desiderarla con tutto il cuore e con tutte le forze.
Uno stesso verbo ricorre con frequenza in queste parole che descrivono la nascita dell’esperienza straordinaria che stanno per vivere gli apostoli. Il verbo “trovare” infatti sottolinea la non casualità di questi incontri che tanto si differenziano da quelli che spesso sperimentiamo nel mondo reale o del web. A guidare questi uomini nella loro ricerca c’è evidentemente una sete diversa, un desiderio di senso profondo che non si accontenta più delle tante e superficiali risposte che un mondo senza Dio può offrire all’essere umano.
Lo stesso Gesù è pienamente coinvolto in questa dinamica di affidamento allo Spirito. Si lascia trovare da Andrea e Simone, trova Filippo che a sua volta si fa strumento per coinvolgere Natanaèle. A prima vista Filippo sembrerebbe rispecchiare quell’ideale di apostolo che spesso ci sentiamo raccontare: risponde con prontezza all’invito/comando che gli rivolge Gesù e subito si mette all’opera per allargare il giro.
Natanaèle invece, con il suo simpatico preconcetto su Nazareth, ci ricorda quanto sia importante avere anche un po’ di spirito critico nella vita, confermato dall’elogio che Gesù gli rivolge appena lo vede. Uno spirito critico che scaturisce da un dolore e da una ricerca maggiore di quella di Filippo. Natanaèle si trovava infatti sotto il fico, luogo dove i maestri ebrei si ritiravano per la preghiera e per lo studio della Scrittura. Aveva davvero bisogno di essere trovato, come testimoniano le sue stesse parole: a differenza di Filippo non vede in Gesù né il figlio di Giuseppe né tantomeno quel messia religioso e potente che tutti si aspettavano. Vede il Figlio di Dio che gli annuncia la gloria futura contraddistinta da un duplice movimento. Non solo dall’alto verso il basso ma anche nel senso contrario perché anche noi, quando ci lasciamo abitare dallo Spirito Santo, siamo innalzati fino alle braccia aperte del Padre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come posso farmi trovare da Gesù attraverso il volto di un fratello o di una sorella?
In che modo mi sento chiamato/a a farmi strumento dello Spirito, affinché la comunità dei credenti possa allargarsi sempre di più?
In che modo posso portare nel mio modo di vivere la fede la dolcezza e l’accoglienza che contraddistinguono la missione di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Gennaio
2022
Il bisogno di esser trovati
commento di Gv 1,43-51, a cura di Fabrizio Barbieri