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Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.
Dalai Lama
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 11,16-19)
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie»
Mi lascio ispirare
“Questa generazione” sono io in questo momento, responsabile di ciò che mi accade. Quando uno comincia a capire di essere responsabile, comincia a cambiare la storia. Sì, è vero: tutto quello che è stato fatto, però, l’hanno fatto loro, io non c’entro, cioè non sono responsabile. Però io in questo momento ho una responsabilità: essere me stesso, così come posso. E cominciare una storia nuova, senza pensare a tutto quanto mi hanno fatto, all’infinito.
È importante questa generazione, è importante che io in questo momento riesca ad assumermi le mie responsabilità, a scoprire il gioco. Oggi sono chiamato a prendere coscienza: a quale gioco sto giocando? Noi spesso facciamo il gioco dei bambini che, invece di giocare, stanno seduti e si rimproverano; ma il primo gioco che facciamo, in fondo, è quello di non giocare – semmai, siamo giocati: la vita ci passa sopra, è vissuta e noi ci lamentiamo.
Ecco i due “giochi fondamentali”: l’amore e la morte. E allora i bambini giocano a fare il matrimonio e il funerale – e si lamentano, perché suonano perché tu danzi e tu, invece di danzare, piangi. Poi suonano il lamento perché tu pianga e, invece di piangere, ridi. Cosa vuol dire? Vuol dire che talvolta fraintendiamo i due giochi fondamentali della vita, quello della gioia per il bene e quello della tristezza per il male, per cui noi non giochiamo mai il vero gioco della vita.
Ecco la sfasatura, la mancanza di sincronia, la distonia.
Giovanni è colui che proclama il lutto: non mangiare e non bere è segno di morte. Giovanni fa la diagnosi del male, sostiene che è inutile mangiare e bere al vostro banchetto, che è un banchetto di morte. Dovete convertirvi, vivete una vita ingiusta che vi porta al male. Riconoscere il male come male, sapersi vergognare e piangere del male è fondamentale nella vita, così come fondamentale è riconoscere il bene.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali esempi di vita mi aiutano a saper distinguere ciò che dà vita?
Cosa mi aiuta a distinguere se entro in un circolo vizioso?
In quali “giochi” mi accorgo di essere impigliato/a?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Dicembre
2021
Il tempo giusto
commento di Mt 11,16-19, a cura di Enrica Bonino s.a.